Diego, vita da costruttore di bob a Cortina in un paese senza più una pista

Menardi è ormai l’ultimo artigiano di Cortina capace di costruirli. Ne ha fatti anche per il team Canada, ora lavora per lo più il marmo

Dierre

CORTINA. Si chiama Diego Menardi ed oggi è l’unico artigiano rimasto a Cortina capace di costruire un bob. Una professionalità maturata nel tempo, prima come dipendente di una storica azienda ampezzana, poi come sportivo attivo. La capacità di costruire bob professionali ha permesso a Diego di girare il mondo grazie alla collaborazione con alcune nazionali, Canada e Principato di Monaco in primis, con ruolo ben specifico: costruttore di bob da gara.

Come nasce l’idea di costruire bob?

«Storicamente a Cortina c’erano due aziende che lo facevano: la Siorpaess e la Podar. La Podar affonda le radici nel periodo della seconda guerra mondiale, io ho iniziato a lavorare per la Siorpaess negli anni settanta prima di decidere di mettermi in proprio. Era la metà degli anni ottanta quando ho iniziato a lavorare per le nazionali di Canada e Principato di Monaco. Costruivo bob per le gare, realizzazioni estremamente tecniche dove il dettaglio faceva la differenza».

Quanto ha pesato la spinta olimpica del’56 su nascita e crescita del movimento bobbistico a Cortina?

«Le due aziende che costruivano bob sono nate prima delle olimpiadi. La spinta arrivava da un movimento vigoroso, esistente ancora oggi nonostante l’assenza dal 2008 di una pista. Il bob club Cortina, di cui sono vicepresidente, vanta una ventina di tesserati, alcuni dei quali appartenenti alla categoria paralimpica. È a loro che abbiamo dedicato negli ultimi anni un progetto ad hoc ed è per loro che ho realizzato anche 5 mini bob».

Che tipo di attività svolge oggi un artigiano dedicato alla costruzione di bob in una località come Cortina che non ha una pista?

«La mia azienda (“El Fouro”, ndr) si occupa anche di altro. Divido le mie giornate con Roberto Chenet nell’attività di lavorazione del marmo ma la progettazione dei bob resta un pallino fisso, frutto di una grande passione. Oggi siamo gli unici artigiani a Cortina che costruiscono bob. Le commesse non mancano anche se poi per fare attività sportiva bisogna elemosinare spazi altrove e con largo anticipo. Costruire un bob richiede tempo, un mese per quelli amatoriali, tre mesi per quelli con cui svolgere le gare. I costi sono proibitivi, non meno di venticinquemila euro. Eppure la voglia di bob a Cortina non è mai venuta meno, nonostante le oggettive difficoltà che si evincono da quanto ho appena raccontato».

Quanto aiuterebbe il rilancio della pista alla pratica del bob a Cortina?

«Tantissimo ma la risposta è fin troppo scontata. Quel che non è scontata è l’organizzazione dell’attività che dal 2008, data in cui è stata chiusa la Eugenio Monti, non è mai venuta meno. Organizziamo trasferte internazionali pur di mantenere in vita il bob club. Con la rinascita della pista sarebbe tutto più semplice ed anche il mercato artigianale che ruota attorno alla costruzione di bob riprenderebbe di sicuro vigore. Non solo a Cortina ma in tutto il Cadore, terra che ha fatto la storia del bob italiano, fiore all’occhiello e motivo di orgoglio per tutti».

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