Diffamazione a Roccon Escono in due dal processo
BELLUNO. Roccon vs. Bottacin: escono in due dalla causa civile per diffamazione da 100 mila euro. Scagionati l’Associazione Acqua bene comune e Cristina Muratore. L’ex presidente di Bim Gsp, membro dell’Aato e già sindaco di Castellavazzo, Franco Roccon, ce l’ha con l’allora presidente della Provincia e numero uno della stessa autorità d’ambito, Gianpaolo Bottacin; ma anche con il sindaco di Forno di Zoldo, Camillo De Pellegrin; con l’attuale assessore feltrino e membro del Comitato Acqua bene comune, Valter Bonan e con il partito politico Italia dei Valori.
Davanti al giudice Feletto, ieri mattina si sono presentati per Roccon l’avvocato Moretti e per le altre parti il collega Covi. L’Associazione Acqua Bene Comune è stata cancellata dal processo, perché non solo è una cosa diversa dal Comitato, ma è nata dopo i fatti. Non poteva c’entrare nulla per il semplice fatto che non esisteva ancora. Quanto alla Muratore, non era più commissario straordinario provinciale del movimento fondato a suo tempo da Antonio Di Pietro, ruolo che ha ricoperto per un certo periodo di tempo. Il giudice ha concesso un rinvio per permettere all’Idv di tentare una mediazione con Roccon.
Sotto accusa ci sono alcune dichiarazioni riportate dalla stampa bellunese dall’estate del 2010 in poi, a proposito del buco da 70 milioni di euro nel bilancio di Bim Gsp. Secondo Roccon, le responsabilità erano da addebitare all’Aato, come organismo di controllo politico del servizio idrico, e non del consiglio d’amministrazione di Bim Gsp e ha mobilitato il suo legale, dopo aver letto delle dichiarazioni sui giornali che infangherebbero la sua immagine, oltre che la reputazione. Bottacin ritiene di non aver diffamato nessuno ed era pronto a chiedere al vecchio amico di Lega Nord 400 mila euro. Secondo lui, si è trattato di normale critica politica, qualcosa che ci può tranquillamente stare, a maggior ragione su un argomento così grave per lui e per i cittadini interessati, come il buco di Bim Gsp. Niente di diffamatorio, ma un esercizio di democrazia su un tema delicato. Fallita una mediazione durata solo pochi minuti, Roccon ha deciso di andare avanti. Ieri mattina ha rinunciato all’azione contro gli altri due soggetti che hanno ovviamente accettato, ma per il resto si prosegue fino a quando non avrà soddisfazione.
Nella prossima tappa in tribunale, l’altro protagonista sarà l’Italia dei Valori. A seguire bisognerà capire se davvero Bottacin ha intenzione di presentare una propria causa civile per il quadruplo di quello che gli viene al momento domandato.
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