La diga del Vanoi spacca la Lega in consiglio regionale

Il centrodestra esce dall’aula al momento del voto della mozione presentata dalle opposizioni. Solo i leghisti bellunesi Puppato e Cestaro votano contro l’invaso 

Enrico Ferro
Una veduta della valle del Vanoi
Una veduta della valle del Vanoi

Il consiglio regionale del Veneto non è contrario alla diga del Vanoi, il mastodontico invaso che dovrebbe essere realizzato tra le province di Belluno e Trento. Dopo un infuocato dibattito a palazzo Ferro-Fini sono emerse tutte le divisioni in seno alla Lega, la cui posizione è stata definita “ambigua” dal Pd e dalle altre forze progressiste. Di ambiguo c’è poco, in realtà. Il dato di fatto è che sulla diga del Vanoi i leghisti sono spaccati: i bellunesi Silvia Cestaro e Giovanni Puppato hanno votato con il centrosinistra, mentre tutti gli altri non hanno partecipato al voto. E così hanno fatto anche Fratelli d’Italia e Forza Italia. Quindi il progetto del mega serbatoio da 20 milioni di metri cubi d’acqua e da 167 milioni di costo va avanti, a maggior ragione dopo il recente assenso del Consorzio Brenta. La palla ora passa al ministero delle Infrastrutture, cioè a Matteo Salvini, che quando si parla di opere pubbliche non perde occasione per scagliarsi contro “l’Italia dei no”.

La mozione

Sette mesi fa, in pieno dibattito sulla realizzazione della diga in questo territorio dove la memoria del Vajont è ancora vivida, i consiglieri regionali del Pd con Elena Ostanel del “Veneto che vogliamo” hanno deciso di proporre una mozione con un quesito molto chiaro: “La Regione del Veneto esprima un parere contrario alla realizzazione del serbatoio del Vanoi”. Un modo per mettere a nudo le reali intenzioni delle forze politiche del centrodestra, poco chiare fino a quel momento. Il presidente Luca Zaia, per esempio, è sempre stato molto cauto su questo progetto. «Si può procedere solo se i tecnici metteranno nero su bianco che c’è rischio zero», ha detto in un’occasione il governatore. Il centrosinistra però ha da tempo il dubbio che questa sua posizione sia disallineata rispetto a quella del partito. E per questo motivo la questione è stata portata in consiglio.

 

Le divisioni

«Il tempo delle ambiguità è finito», ha detto la capogruppo dem Vanessa Camani. «Il consiglio regionale del Veneto deve dire se è a favore o contrario alla diga del Vanoi». Fin dalle prime battute è stato chiaro l’esercizio di equilibrismo a cui è stato costretto il capogruppo leghista Alberto Villanova, che ha provato a lanciare la palla in tribuna nel tentativo di spostare il focus della discussione («Ho qualche dubbio sulla serietà dell’opposizione in merito a questo argomento»). Poi però ci ha pensato il collega di partito Giuseppe Pan a fare emergere una delle posizioni più decise. «Sono sempre stato favorevole alla diga, come favorevoli sono le amministrazioni comunali tra le province di Padova e Vicenza» ha detto il leghista. «È una diga essenziale per il futuro della nostra regione, per assicurare acqua alle nostre famiglie, alle nostre industrie e anche all’agricoltura. Il progetto ora arriverà al ministero delle Infrastrytture. Se poi diranno che non si può fare, prenderemo atto. Deciderà lo Stato, non la Regione».

«Ma come? Non siete quelli del Veneto ai veneti?» ha risposto il consigliere del Pd Jonatan Montanariello. «Perché se vale quello slogan, allora deve valere anche Belluno ai bellunesi».

L’esponente chioggiotto dei democratici ha toccato un tasto molto delicato, perché in effetti nelle fila della Lega ci sono anche due bellunesi. Cestaro e Puppato hanno espresso senza se e senza ma la loro contrarietà, con parole di biasimo nei confronti del Consorzio Brenta. «Che non ha mai ascoltato la nostra gente».

Il voto

E così la votazione si è conclusa con il blocco compatto del centrodestra che non ha partecipato al voto (solo Pan e Valdegamberi contrari) ma la Lega ha lasciato “libertà di coscienza” ai bellunesi, che infatti hanno votato come il centrosinistra. Tra i banchi della maggioranza è stata rilevata un’altra anomalia, che ha causato più di qualche mugugno: l’assenza degli assessori della giunta. In particolar modo, c’è chi si è lamentato dell’assenza dell’assessore Gianpaolo Bottacin, che sarebbe espressione delle comunità montane e che teoricamente si sarebbe detto contrario alla diga del Vanoi. Ma nel giorno decisivo non c’era e come lui anche tutti gli altri colleghi assessori. «La destra è implosa», ha commentato ElenaOstanel. «Con le trivellazioni avete messo nero su bianco la vostra contrarietà. Perché su questo non riuscite a farlo?».

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