Diga del Vajont: tanti visitatori, ma i servizi latitano

Il Comune di Erto attende 1,2 milioni di euro dalla Regione Friuli per sistemare park, passaggio pedonale e accesso disabili

LONGARONE. La diga del Vajont, sempre più affollata di visitatori, è ancora alle prese con il problema dei servizi non adeguati. I numeri dei flussi turistici confermano sempre il grande interesse, ma rimangono alcune carenze, con il previsto progetto di sistemazione ancora rallentato dalla burocrazia. I nodi critici sono il parcheggio (a pagamento ma sullo sterrato e senza protezioni), il passaggio pedonale non sicuro a lato strada, i servizi igenici chiusi in inverno per problema di gelo delle tubature e la mancanza di accesso ai disabili in carrozzina sul coronamento.

Da molti mesi il sindaco di Erto, Antonio “Fernando” Carrara, si sta battendo per far arrivare i promessi fondi della Regione Friuli. «L’ex assessore Bolzonello della giunta Serracchiani», spiega Carrara, «aveva promesso 1,2 milioni di euro per sistemare l’area della diga. Il primo stanziamento di 410 mila euro sarebbe già dovuto arrivare, ma i rallentamenti burocratici dell’Uti (l’ente provinciale in Friuli, ndr) lo stanno facendo slittare. Finché non si farà il rendiconto Uti previsto a fine agosto, i soldi non saranno sbloccati. Sperando, naturalmente, che la nuova giunta regionale confermi anche il resto delle risorse».

«Una volta operativi», continua il primo cittadino di Erto e Casso, «la prima cosa da fare sarà riunire tutti i soggetti che gravitano intorno alla memoria del Vajont, come Fondazione Vajont, Parco delle Dolomiti Friulane, guide e associazioni, per una conferenza di servizi dove decidere le priorità. Alcune situazioni sono davvero scandalose e non adeguate per un sito turistico che è la terza meta del Friuli dopo il Castello di Miramare e Aquileia. La passerella pedonale a lato strada deve essere messa in sicurezza, così come è questione di civiltà dare l’accesso ai disabili almeno a una parte del coronamento. Altra zona da valorizzare è quella dell’ex cantiere Enel, da cui c’è un bellissimo punto panoramico che permette di capire con uno sguardo le dinamiche della frana, punto che sarebbe raggiungile anche dai disabili».

Intanto, in questi giorni di ferragosto l’afflusso turistico rimane sempre alto. «Il trend di accessi registrati alla diga», spiega Graziano Danielin, direttore del Parco naturale delle Dolomiti friulane, «è sempre in linea con gli anni scorsi, con 574 visitatori a Ferragosto e 387 il giorno precedente, quando era brutto tempo».

Nel 2017 i visitatori complessivi erano stati 45 mila. «In aumento costante sono le nostre proposte di visite naturalistiche, con il pienone in questi giorni di piena estate, dove portiamo sempre una quarantina di persone al giorno nell’area del Vajont. Da precisare che questi numeri indicano solo chi effettua le visite guidate o prende il biglietto per il coronamento e quindi i visitatori occasionali sono molti di più». —

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