La diga del Vanoi alla Corte dei Conti: «È una spesa pubblica ingiustificata»

Lettera-esposto della Comunità di Primiero e dei Comuni trentini: doccia fredda per il consorzio di bonifica Brenta. Convocata il 3 marzo l’assemblea decisiva per la governance consortile

Francesco Dal Mas

Il progetto della contestatissima diga del Vanoi finisce davanti alla Corte dei Conti del Veneto. Per iniziativa della Comunità di Primiero e dei Comuni del territorio (la diga dovrebbe infatti sorgere al confine fra il Trentino e il Bellunese), che denunciano uno spreco di denaro pubblico, in primis i soldi spesi per la progettazione. «Era inevitabile», dice Giampaolo Bottacin, assessore regionale all’Ambiente, che si è ripetutamente pronunciato contro la diga. «È auspicabile che faccia altrettanto la comunità feltrina» dice Michele Facen, responsabile del comitato popolare anti Vanoi del Bellunese.

Il consorzio trema

Intanto l’assemblea del consorzio Brenta, ente che vuole la diga, è stata riconvocata il 3 marzo a Cittadella, sua sede, per l’elezione del nuovo consiglio di amministrazione: ancora con due candidati, Paolo Bordignon della Lega e Martino Cerantola della Coldiretti e lista di Giustino Mezzalira.

Ma ad appesantire la situazione arriva appunto dalla Valle del Vanoi la notizia che il presidente della Comunità di Primiero Roberto Pradel e i sindaci dei Comuni del territorio, hanno inviato una nota-esposto alla sezione regionale di controllo del Veneto della Corte dei Conti, ma anche allo stesso consorzio Brenta e agli altri enti interessati, in merito «all’iniziativa progettuale Serbatoio del Vanoi, ossia la realizzazione di un invaso sul torrente Vanoi a tutela dell’irrigazione nel comprensorio di bonifica Brenta».

Nel documento degli amministratori locali, viene ribadita ancora una volta la piena contrarietà del territorio alla diga, evidenziando inoltre l’inutilità «di ogni ulteriore spesa per la progettazione esecutiva».

L’attacco

«In considerazione del fatto che la costruzione della diga è prevista interamente su territorio trentino - ribadiscono comunità e Comuni - con la presente si intende segnalare l’illegittimità nel proseguire con la progettazione dell’intervento senza un’intesa preventiva con la Provincia autonoma di Trento sull’utilizzo del bene pubblico acqua.

Questo comportamento, come sottolineato più volte, oltre a compromettere i rapporti tra le istituzioni pubbliche interessate e coinvolte, manca di rispetto democratico verso i cittadini del nostro territorio. Inutile evidenziare» si legge ancora «che arrivati a questo punto ogni ulteriore spesa pubblica per il progetto non è più giustificata. L’auspicio è che tutti gli attori interessati possano convenire su questo punto. Si richiede quindi, in particolare alla Corte dei Conti, di verificare per quanto di propria competenza».

I tempi

Il documento ricorda che il primo agosto 2024 tutti i Comuni del territorio e la Comunità di Primiero avevano già diffidato il consorzio di bonifica Brenta dal compiere ulteriori attività volte alla progettazione e realizzazione di opere che interessino il territorio della Provincia autonoma di Trento, «in palese violazione delle disposizioni normative e degli strumenti di programmazione e pianificazione vigenti». Sono seguiti sempre nel corso del 2024 numerosi dibattiti e confronti tra le varie istituzioni pubbliche coinvolte con puntuali prese di posizione di contrarietà sulla realizzabilità dell’opera sia da parte della Provincia autonoma di Trento che della Provincia di Belluno.

Il Brenta tira dritto

L’iniziativa dell’informazione alla Corte dei Conti è stata presa perché il consorzio di Bonifica Brenta intende procedere comunque con la progettazione dell’opera. Anche per Facen l’iniziativa del Primiero era da considerarsi inevitabile: «È proprio sordo chi vuole insistere e arrivare alla progettazione di un’opera dirottando soldi pubblici verso il partito del cemento, sottraendoli a opere di riparazione di acquedotti pubblici che disperdono quasi il 50 per cento dell’acqua».

La nuova governance

L’iniziativa della valle del Primiero ha colto di sorpresa il consorzio Brenta, che il 3 marzo proverà a eleggere la nuova governance. I 10 consiglieri del Gruppo Cerantola-Mezzalira questa volta si presenteranno convinti di poter raccogliere qualche consenso anche sull’altro versante, quello dei 10 consiglieri con candidato Bordignon. Sia Cerantola che, soprattutto, Mezzalira hanno già ripetutamente affermato che non porteranno avanti la progettazione della diga, avendo già optato per le alternative (piccoli invasi in pianura e sghiaiamento del Corlo). Non è escluso che nel frattempo non maturi una coalizione trasversale a tutte e tre le componenti, con presidente Cerantola e il vice un esponente della Lega. «Nessun compromesso però sul no al Vanoi» avverte Mezzalira. E c’è chi non esclude che arrivi il commissario.

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