Vanoi: vince la linea anti diga, ma c’è un giallo
Colpo di scena all’assemblea del Comitato di bonifica del Brenta: dopo il voto per il Cda, Bordignon e i suoi abbandonano la seduta impedendo l’elezione di presidente e vicepresidente. Le operazioni alle urne si sono bloccate per la mancanza del numero legale

Giallo all’assemblea per il vertice del Consorzio di Bonifica Brenta. L’assemblea dei 27 consiglieri riuniti ieri sera a Cittadella ha eletto il nuovo cda (4 componenti dell’area Cerantola-Mezzalira) composto di rappresentanti contrari alla diga del Vanoi, ma non il presidente né il suo vice. Anzi, i consiglieri filo-Bordignon si sono alzati, hanno abbandonato l’aula, facendo mancare il numero legale per proseguire con le altre due votazioni. Il presidente in carica, dunque, rimane quello uscente Enzo Sonza, che ha voluto la progettazione preliminare del Vanoi.

Spetterà, invece, al consigliere anziano, Martino Cerantola, esponente della Coldiretti, riconvocare l’assemblea, nel più breve tempo possibile, per scegliere il presidente tra i 4 eletti del Cda. Il candidato è proprio lui, sostenuto da Coldiretti, a margine anche da FdI, e dai civici di Giustino Mezzalira, che rappresenta anche gli ambientalisti ed il popolo del “No diga Vanoi”.
Lo sconfitto è Paolo Bordignon, che ieri si era dimesso da vicesindaco del Comune di Rosà, convinto di essere eletto alla presidenza con la maggioranza (di orizzonte Lega) che ha il proposito di portare avanti l’eredità di Sonza e quindi anche la progettazione definitiva del discusso serbatoio del Vanoi. Nel frattempo, quindi, né Sonza ha i titoli per amministrare il Consorzio né il cda eletto ha il potere di esercitare il suo ruolo.
Il tentativo che verrà fatto è probabilmente quello di mediare un accordo con l’opposizione, al limite assicurandole un posto in giunta. Giunta che è stata eletta con i 10 consiglieri eletti nelle liste della Coldiretti e di Mezzalira, favorevoli alle misure alternative al bacino del Vanoi (quindi sghiaiamento dei laghi, ricarica delle falde, piccoli invasi anti siccità in pianura), più i 4 nominati dalle Province e dalla Regione. 14, dunque, contro 13 (10 di Bordignon e 3 sindaci).
«Sono fiducioso. Metà del lavoro è stato fatto», ha dichiarato Cerantola, sorpreso ed amareggiato per la piega assunta dall’assemblea. «Questa è la loro Caporetto», ha commentato Mezzalira. «Una Caporetto iniziata proprio quando hanno deciso di realizzare una diga nella valle del Vanoi, di fatto contro il territorio trentino, direttamente coinvolto, e quello bellunese che subirebbe tutti i rischi». Mezzalira in questi mesi si è fatto carico di tutte le istanze del Bellunese e della valle del Vanoi. Cerantola ha scelto di convergere anche a seguito della dichiarata contrarietà dei tecnici della Regione, consolidata poi dal presidente Luca Zaia e dall’assessore regionale Bottacin.
Primo commento di soddisfazione da parte di Coldiretti. «I Consorzi restano nelle mani degli agricoltori che ancora una volta hanno dimostrato senso di responsabilità, con cui da sempre conducono i Consorzi sapendo gestire il bene più prezioso, l’acqua. Ora non resta che nominare il presidente, il suo vice, e il presidente regionale di Anbi».
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