Il no dei leghisti bellunesi: «Il territorio non la vuole, noi ascoltiamo la gente»
Puppato e Cestaro votano la mozione, il segretario provinciale De Bernardin li appoggia.
Del Bianco del Pd: «Centrodestra ambiguo. Cosa ne pensa il senatore De Carlo?»
Il coraggio di scegliere. Fino ad esprimersi in netta dissonanza col partito. Ma in sintonia col proprio territorio. La Lega, insomma, si è spaccata. I consiglieri Silvia Cestaro e Giovanni Puppato, a Palazzo Ferro Fini hanno detto un chiaro no contro la diga, ricordando come si è espressa la loro gente e il «parere contrario e inappellabile dei tecnici della Regione». E sintonizzandosi col no della Provincia e di tanti Comuni del Bellunese. «Ascoltiamo la gente: così come il presidente Zaia diceva “Prima il Veneto”, diciamo adesso “Prima il Bellunese”», è la sollecitazione della consigliera Cestaro. «Non si può arrivare a un compromesso sulla diga. Speravamo di arrivare a una quadra, che purtroppo non c’è stata», sottolinea Cestaro, che, tra l’altro, si richiama alle posizioni scientifiche dell’ingegnere Luigi D’Alpaos di netta contrarietà al serbatoio, anzitutto per motivi di sicurezza idrogeologica.
De Bernardin plaude il no alla diga
Andrea De Bernardin, segretario della Lega, però è chiaro. E rassicura: «La Liga Veneta ha sempre messo davanti i territori. Faccio i miei complimenti ai consiglieri regionali bellunesi Cestaro e Puppato per aver votato contro al progetto diga del Vanoi. I bellunesi non la vogliono. Per me e per la Lega di Belluno questo è più che sufficiente. Siamo prima di tutto bellunesi anche noi. E il Bellunese ha già dato tanto, troppo alle centrali idroelettriche. Si puliscano gli invasi esistenti prima di pensare ad altre grandi dighe». Si sintonizza anche la sezione di Feltre della Lega, con Stefano Scardanzan, ribadendo «un principio che per noi leghisti è un principio fondante, e cioè che per i territori decidono i territori». «La provincia di Trento si è espressa da tempo in maniera contraria a questo progetto, così come ha fatto la provincia di Belluno e così come ci hanno chiesto numerosi cittadini delle zone su cui insisterebbe l'invaso, che ci hanno contattato in questi mesi chiedendoci di bloccare il progetto».
Il Pd critica il Centrodestra
«Il no di Cestaro e Puppato sottolinea in modo palese l’ambiguità del centrodestra, anche Bellunese», evidenzia il segretario provinciale del Pd, Alessandro Del Bianco. «Fa tenerezza il povero consigliere Bortoluzzi che non perde occasione di esprimere contrarietà al serbatoio per conto della Provincia, mentre in Regione i suoi di Fratelli d’Italia si schierano a favore. E il segretario regionale Luca De Carlo, anche lui contrario, non ha nulla da dire? Non capiamo che cosa paghiamo a fare consiglieri regionali se questi non partecipano al voto nei momenti più importanti, come quello di ieri in Regione», insiste Del Bianco. «Il non partecipare significa essere favorevoli alla diga. Con questa mozione il Pd chiedeva chiarezza e purtroppo chiarezza l’ha avuta: il Centrodestra in sostanza vuole la diga, infischiandosene dei territori».
Il Cai sempre contro
Torna in campo il Club Alpino Italiano, con Ennio Angelo De Simoi che si rivolge al Consorzio Brenta. «Parla di solidarietà che secondo la Treccani significa condividere idee, propositi, responsabilità. Da un altro lato, presumendo troppo di sé, ha un comportamento altezzoso, talvolta sprezzante. Temi inerenti la montagna, l’ambiente montano e chi la montagna la vive tutto l’anno sono per loro argomenti ben poco rilevanti. Con questi presupposti come si può parlare di solidarietà tra montagna e pianura?». Secondo l’autorevole dirigente del Cai, più che affidare la progettazione di una diga a chi di mestiere progetta dighe, «è auspicabile che affidino un incarico di analisi a un gruppo di lavoro multidisciplinare che deve rispondere a questa domanda: perché un invaso di 20 milioni di metri cubi sul Vanoi è in grado di risolvere i problemi irrigui del Consorzio Brenta?».
La siccità del 2022 aveva causato una carenza di 20 metri cubi d’acqua al secondo. «Attraverso pochi calcoli si scopre che l’invaso del Vanoi di 20 milioni di metri cubi sarebbe in grado di ovviare a questa carenza idrica per soli 11 giorni di siccità, ma a una precisa condizione: che l’invaso sia totalmente pieno e venga svuotato fino all’ultima goccia, uno scenario del tutto teorico», sottolinea De Simoi. «In pratica un invaso sul Vanoi è in grado di sopperire a meno di 10 giorni di siccità e questo a fronte di uno stravolgimento ambientale, a un mancato rispetto verso le genti residenti di montagna e a un investimento di oltre 200 milioni di euro. Senza parlare di rischi che in provincia di Belluno sono ben noti».
De Simoi, che parla anche per conto del Cai di Feltre, rileva tra l’altro che in Veneto manca il bilancio idrico delle acque di superficie e sotterranee dei bacini imbriferi e «senza questo bilancio ogni nuovo invaso non si deve fare».
Comitato popolare
Anche per Michele Facen, del Comitato Popolare bellunese contro la diga, «è scientificamente dimostrata l’inutilità di un invaso da 20 milioni di metri cubi per l’approvvigionamento d’acqua a un area che si estende per oltre 130 km lungo il fiume Brenta». Quindi, «sordo è chi vuole insistere e arrivare alla progettazione di un’opera dirottando soldi pubblici verso il partito del cemento, sottraendoli ad opere di riparazione di acquedotti pubblici che disperdono quasi il 50 per cento dell'acqua».
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