Digitale terrestre, arrivano i volontari in aiuto dei più deboli

E gli antennisti mettono in guardia: far visionare il proprio impianto prima del passaggio al nuovo segnale, evitare di rivolgersi a presunti antennisti in nero, e muoversi prima delle grandi nevicate
BELLUNO. Ora la Provincia chiama a raccolta anche le Comunità montane. Prosegue a tappe forzate la digitalizzazione del Bellunese in vista dello spegnimento del caro vecchio segnale analogico. Il prossimo passo consisterà nel capire quali interventi richiedano i ripetitori gestiti dagli enti sovracomunali.


Intanto, il Consorzio Digital Tech Concept sta mettendo in piedi i corsi per la formazione dei volontari. Gruppi che aiuteranno le fasce più deboli nel delicato passaggio. Dagli antennisti arriva inoltre un duplice appello: evitare di rivolgersi a presunti antennisti in nero e muoversi prima delle grandi nevicate.
Il termine si avvicina tra allarmi e allarmismi veri o verosimili. Di certo, per tutti, si tratta di una corsa contro il tempo. Lo sanno bene gli antennisti del Ditigital Tech Concept che in queste settimane stanno girando la provincia, dispensando consigli e informazioni. Su tutti, far visionare il proprio impianto prima del passaggio al nuovo segnale perché una cosa è certa: installare semplicemente il decoder non sempre basta. Una "visita" da parte del tecnico va dai 20 ai 50 euro, ma potrebbe costare anche di più a seconda dei tempi di intervento. «Le intensità di trasmissione possono variare anche all'interno dello stesso condominio», spiega Stefano Balbinot, responsabile del Consorzio senza scopi di lucro. «Né più, né meno di quanto succedeva con l'analogico». Insomma, meglio dare una controllata prima del passaggio sia all'impianto casalingo che all'orientamento dell'antenna. Rai e Mediaset hanno già diffuso una prima mappatura delle frequenze e dei ripetitori. Un altro problema, finora poco evidenziato, riguarda la necessità di eseguire questi controlli prima che la neve cada sui tetti. «Vale soprattutto per le terre alte», prosegue Balbinot.


«A fine novembre potrebbe essere tardi». Occhio poi al lavoro nero. In queste settimane alcuni si stanno improvvisando antennisti, proponendosi come piccoli maghi del tubo catodico. Qualche abuso - seppur in buona fede - sarebbe già stato commesso. «C'è chi ha suggerito l'acquisto di dispositivi inefficaci», racconta Balbinot. «Meglio quindi rivolgersi all'antennista di fiducia». Volontari "digitali". Nel frattempo si stanno organizzando i corsi di formazione rivolti a quei volontari che vogliano dare una mano nei singoli comuni. Dal canto suo, il Consorzio mette a disposizione la sua esperienza per dei corsi di formazione che si dovrebbero tenere nella prima metà di novembre. «L'obiettivo è di supportare le fasce più deboli della popolazione», affermano dal Digital Tech Concept. «In questo caso, però, devono essere i comuni a selezionare i volontari», l'annotazione. Linea alla regia. Nelle prossime ore, intanto, la Provincia contatterà i presidenti delle comunità montane, il cui ruolo è determinante.


Gli enti sovracomunali, infatti, possiedono molti ripetitori. A sottolinearlo è lo stesso presidente Gianpaolo Bottacin: «Come Provincia, vogliamo capire quale tipo di intervento sia necessario per ammodernare gli impianti», dice l'amministratore. A Roma. Un altro capitolo è costituito dalla partita sulle frequenze alle emittenti locali, quelle che - più di tutte - rischiano di sparire. Un aggiornamento arriva da Maurizio Fistarol, reduce dall'Ottava commissione in Senato dove mercoledì pomeriggio la questione è stata sottoposta al garante delle Comunicazioni, Corrado Calabrò, che, dal canto suo, ha annunciato l'apertura di un tavolo con le tv del Nordest.

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