Dignas, l’ex sindaco è stato condannato pure in Cassazione

SAN PIETRO DI CADORE. Malga Dignas: l’ultima parola. La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a sette mesi di reclusione e 5 mila euro di risarcimento a carico dell’ex sindaco di San Pietro di Cadore, Silvano Pontil Scala. E adesso ci sono anche le motivazioni della sentenza definitiva.
La vicenda riguarda la chiusura estiva per tre anni della strada silvo-pastorale, tra La Fitta e Bivio Ciadon, con delle ordinanze per una questione di astio nei confronti di una famiglia che gestisce la malga. In primo grado, l’ex amministratore era stato condannato a un anno e sei mesi e 22 mila euro di risarcimento: gran parte delle accuse è caduta.
Secondo la difesa Simona Ianese, non c’erano né il danno ingiusto né il dolo intenzionale. Il sindaco era preoccupato per l’incolumità e la sospensiva del Tar non aveva affrontato la questione della sicurezza della strada. Quanto alle multe per divieto di sosta, una testimone aveva negato pressioni da parte del primo cittadino e la Corte d’Appello si era basata sui due contravvenzioni, peraltro annullate dal giudice di pace.
Per i magistrati romani, la condotta di Pontil Scala è stata contro la legge, perché caratterizzata da «una distorta rappresentazione di esigenze di tutela estranee al regime delle strade silvo-pastorali e connotati inoltre dall’indicazione di presupposti insussistenti. Il transito dei veicoli favoriva in concreto la gestione di un’attività agrituristica a Malga Dignas, facente capo a Elvio Casanova Borca, dimezzando il percorso da compiere, altrimenti a piedi, per raggiungere la struttura».
Tutti i motivi del ricorso contro l’abuso d’ufficio sono stati respinti e la Cassazione ha confermato la sentenza di secondo grado. Non c’è altro da fare. —
G.S.
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi