Dimezzati i permessi sindacali
BELLUNO. Permessi e distacchi sindacali dimezzati a partire dal primo settembre prossimo. E riguarderà tutto il personale del pubblico impiego. Un taglio netto del 50% per ciascuna associazione sindacale, associazioni che, entro la fine di agosto, dovranno comunicare la revoca dei distacchi sindacali non più spettanti alle amministrazioni, che a loro volta lo comunicheranno alla Funzione pubblica.
La decisioni del governo Renzi di razionalizzare anche questa spesa, lascia un po’ perplesse le parti sociali soprattutto per quanto riguarda la possibilità di garantire una rappresentanza democratica ai lavoratori.
Sulla questione interviene il segretario della Camera del lavoro, Ludovico Bellini che precisa come «questa è per noi una sfida. Sia nella funzione pubblica che nella scuola abbiamo già provveduto a dare compimento a questa normativa riducendo i distacchi, cosa che però porterà ad una lievitazione dei costi per il sindacato che dovrà integrare quel 50% che rimane scoperto, con soldi propri se vuole che resti il suo delegato».
Per Bellini però il problema sta nelle Rsu «che sono i rappresentanti dei lavoratori. Ridurre i loro permessi significa garantire minore rappresentatività ai dipendenti, e quindi minore democrazia».
Per il segretario della Cgil, «se anche la popolazione ritiene che in questo modo si possa ottenere dei risparmi, per noi va bene e affronteremo quanto ci è imposto dal governo, anche se il sindacato si mantiene con le quote delle tessere. Questo significa che faremo dei sacrifici, che dovremo ridurre il numero dei funzionari per poter mantenere, però, la presenza del sindacato sul territorio. Puntando, sempre di più, su un’opera di volontariato».
Ma poi Bellini evidenzia come «questo taglio del 50% di distacchi e permessi si aggiunga a quello del 10% imposto qualche anno fa dall’allora ministro Brunetta, quindi alla fine il taglio sarà del 60%, una percentuale non indifferente che potrà creare dei rischi proprio nel garantire i diritti».
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