Dimezzato il fondo per gli investimenti attrezzature a rischio

Il piano iniziale prevedeva fondi per 18 milioni di euro scesi ora a 9. Gli acquisti di macchinari rinviati ai prossimi anni
Di Paola Dall’anese
Una veduta aerea dell'area dell'ospedale San Martino Sotto il direttore sanitario dell'Usl 1 Lucio Di Silvio
Una veduta aerea dell'area dell'ospedale San Martino Sotto il direttore sanitario dell'Usl 1 Lucio Di Silvio

BELLUNO. Significativamente ridimensionato il piano degli investimenti del 2012 per l’Usl n. 1. Un ridimensionamento pari al 50%: si è passati dai 18 milioni di euro iniziali ai 9 attuali. E per fortuna che ci sono le Fondazioni che danno una mano molto corposa per sostenere l’attività dell’Usl.

Un taglio drastico che metterà a rischio l’attività sanitaria, poiché la gran parte dei fondi per gli investimenti è riservata all’acquisto e alla manutenzione delle apparecchiature medicali. «Attualmente il piano degli investimenti non è stato ancora autorizzato formalmente, ma solo condiviso con la Regione, e credo non ci saranno intoppi sulla sua approvazione. Comunque, come azienda sanitaria abbiamo già fatto degli interventi nell’ambito del piano concordato», precisa il direttore generale Antonio Compostella.

Rispetto, infatti, «alla nostra ipotesi iniziale di piano investimenti che prevedeva una decina di milioni di euro dalla Regione e altri fondi dalle Fondazioni per un totale di 18 milioni euro, con la Regione ne è stato concordato uno del valore di 9 milioni di euro di cui 2.6 milioni da Venezia e i restanti appunto dalle Fondazioni. Questo ridimensionamento», prosegue Compostella, «ci costringe a lavorare soltanto sulle strette priorità. Ci è vietato, infatti, utilizzare i soldi della spesa corrente per le attrezzature perché altrimenti, secondo quanto impongono le norme, questi diventano debito. Per cui siamo obbligati a privilegiare interventi per garantire la sicurezza (impianti antincendio, elettrici, etc), la manutenzione dei macchinari, mentre l’acquisto viene rinviato agli anni successivi, a parte strumentazione la cui necessità è inderogabile. Ultimamente dovendo acquistare degli ecografi in vari ospedali abbiamo optato per sostituire quello meno costoso, rinviando gli altri ad altri anni».

Inoltre, questa mannaia non permetterà la sostituzione di apparecchiature per l’oculistica e la neurochirurgia, ormai desuete e logorate dall’uso, ma costringerà l’Usl, che in tal senso ha già deliberato nei giorni scorsi, a riparare i vecchi macchinari «proprio perché l’attuale disponibilità del piano investimenti non ci permette di acquistare un nuovo tomografo e un microscopio. Abbiamo dovuto optare quindi per una manutenzione straordinaria di 17.669 euro. Intervenire era obbligatorio visto l’aumento della frequenza di malfunzionamento. D’altra parte questi apparecchi svolgono funzioni essenziali per l’attività dei due reparti».

Inoltre, la direzione sanitaria, dovendo licenziare il nuovo piano triennale delle opere, ha precisato come «la variabilità amministrativa legata alle direttive regionali non permette di fatto una programmazione certa e puntuale, mentre, accertato il quadro dei fabbisogni e delle esigenze della azienda, definito in base alle presunte disponibilità regionali e a quelle previste, ma sempre presunte, di contributi regionali, anche gli interventi del triennio 20013-2015 sono senza certezze».

Previsti interventi, quindi, anche strutturali che soltanto se le risorse saranno confermate potranno essere eseguiti. Tra questi, rientrano i cambi di apparecchiature ad oggi sempre prorogate.

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