D’Incà: «Dobbiamo comunicare meglio»
Quella di ieri è stata la giornata più difficile per il Movimento 5 Stelle, che per la prima volta vede precipitare i suoi voti. La provincia di Belluno è stata particolarmente severa con il movimento, che si è fermato al 7,79% e ha lasciato sul campo un numero impressionante di voti. Solo un anno fa, alle politiche, il M5S conquistò il 22,38% cioè 26.298 voti, e con le elezioni di domenica ne ha persi oltre 18 mila, fermandosi a 7.936 voti. Una perdita importante anche se paragonata alle europee di 5 anni fa, quando il M5S arrivò al 16,04% con 16.108 voti.
Deluso il deputato bellunese, Federico D’Incà: «Sicuramente è una giornata negativa. I dati non sono buoni, ma il voto appartiene agli elettori e io rispetto al massimo le scelte di tutti. Abbiamo preso molto meno di quanto ci aspettavamo sulla base del lavoro fatto sul territorio». D’Incà rivendica l’impegno, personale e del movimento, nel bellunese: «A fronte di un grandissimo lavoro fatto, il riscontro non è arrivato. Penso al miliardo di euro (in buona parte a Belluno) per Vaia, all’impegno contro le centraline idroelettriche e a favore del collegamento sciistico in Comelico che sta andando verso una soluzione».
D’Incà fa autocritica: «Abbiamo commesso l’errore più classico: ci siamo impegnati pancia a terra ma abbiamo comunicato poco. Anche questa mattina, la mia prima preoccupazione non è stata guardare i dati elettorali, ma lavorare sui problemi più pressanti del bellunese: le targhe straniere, la lotta ai pesticidi e molto altro». La speranza di D’Incà è nel lungo periodo: «Io penso che in futuro il buon lavoro verrà premiato. Da parte mia e di tutti noi ci sarà un impegno ancora maggiore. I risultati si vedranno tra qualche anno, perché davvero stiamo cambiando le cose, basti pensare allo Spazzacorrotti che impedirà al Veneto di ritrovarsi con un altro Galan; o al miliardo e mezzo stanziato per i truffati dalle banche».
Una stoccata agli alleati pigliatutto non può mancare: «Il nostro lavoro è fatto con passione e fatica, non a suon di slogan. Io non mi sono mai presentato con il rosario in mano davanti a nessuno». D’Incà guarda avanti e assicura: «Ci impegneremo meglio per comunicare con efficacia e andremo a incontrare le persone per raccogliere richieste e problemi. In molti mi hanno scritto dicendomi di non mollare e ringrazio i tanti che si sono impegnati in questa campagna elettorale. Nei prossimi giorni faremo una riunione tutti insieme e ripartiremo con grande entusiasmo, in un lavoro che vuole essere inclusivo il più possibile. Una delle prime cose che farò sarà andare a conoscere i nuovi sindaci e a confrontarmi sulle necessità dei loro comuni». —
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