D’Incà: «Una vergogna il ricorso fatto dal Cipa»
LENTIAI. Il ricorso del Cipa è «un atto vergognoso». Non usa mezzi termini il deputato del Movimento 5 stelle Federico D’Incà, nel dire la sua sul caso del depuratore che il Consorzio industriali protezione ambiente intendeva realizzare all’ex San Marco, a Lentiai. Il consiglio di Bacino dell’acqua, ente formato dai sindaci della provincia, ha bocciato quel progetto il 13 ottobre dell’anno scorso.
Un paio di settimane fa il Cipa ha presentato ricorso al Tar chiedendo l’annullamento della delibera fatta dai sindaci e un risarcimento di 188 mila euro e spiccioli. Il Cipa dice di aver avviato l’iter per la progettazione dell’intervento perché aveva un accordo con il consiglio di Bacino, e di aver sostenuto le spese progettuali proprio in base all’intesa che era stata raggiunta sulla necessità di realizzare il depuratore (quello di Villaghe è vetusto), per il trattamento dei reflui civili di Lentiai e di Busche.
«Mi chiedo come il Cipa possa aver avuto il coraggio di ricorre al Tar del Veneto contro i nostri sindaci che fanno parte del consiglio di Bacino dell’acqua e che si sono espressi contro la costruzione dell’impianto nell’area dell’ex San Marco a Lentiai», afferma Federico D’Incà.
«Si richiedono centinaia di migliaia di euro di rimborsi contro dei sindaci che hanno espresso solo la volontà dei cittadini che rappresentano. È un atto vergognoso, che vuole intimorire tutti quei cittadini che si presenteranno alle prossime elezioni per aiutare ed amministrare le comunità».
«Credo che le nostre comunità debbano essere protette da questi soprusi», conclude il deputato pentastellato bellunese, «dove il potente di turno, appoggiato da agguerriti studi legali, cerca di sovvertire il volere pacifico della cittadinanza. Sono sicuro che, anche in questo caso, i cittadini di Lentiai e di tutte le nostre comunità saranno disposti ancora una volta a scendere in piazza: io sarò insieme a loro». (a.f.)
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