Dipendenze, 562 feltrini seguiti dal Serd
FELTRE. Sono 562 gli assuntori di sostanze in carico al Serd di via Turro. Per due terzi si tratta di alcolisti, alcuni in trattamento “forzato” essendo stati beccati alla guida in stato di ebbrezza, altri molto giovani che portano le stigmate di danni neurologici o hanno sviluppato una dipendenza.
Quello che il responsabile del Serd, Vito Gallio, segnala oggi a conferma di un fenomeno cresciuto negli anni è l’abbassamento dell’età media del primo contatto con le bevande alcoliche, sceso dai 14 ai 12 anni, e lo sballo da binge drinking (grandi quantitativi consumati in breve tempo). E questo vale anche per le droghe cosiddette leggere (hashish e marijuana), reperibili anche sul mercato periferico e soprattutto sul mercato di internet da dove si acquistano i semi per la coltivazione sul balcone di casa.
Ma rispetto a qualche anno fa i numeri di minorenni in carico, per droghe leggere o pesanti, sono diminuiti. Anche se, come fanno presente gli addetti, il sommerso c’è sempre e possono passare anche otto anni dalle prime assunzioni alla dipendenza marcata.
Con questa premessa sono state presentate ieri in municipio, a cura degli assessori Sabrina Bellumat e Giovanni Pelosio e dell’esponente della commissione pari opportunità Flavia Monego che ha organizzato, tre conferenze su questo tema che sarà affrontato da più angolazioni. La prima è quella prevista per domani alle 20.30 in sala Merlin (campus universitario). L’argomento è quello dei “segnali di disagio che possono mettere in guardia i genitori e gli adulti di riferimento”. Fra i relatori Vito Gallio e collaboratori del Serd, lo psicologo Luigi Turco e l’educatrice Cinzia Lusa. A questo proposito l’Usl di Feltre, con il servizio preposto, ha aderito al progetto nazionale “Early detection” per intercettare precocemente i giovanissimi sperimentatori di droga. Nello spazio neutro di via Marconi, dove è stato attivato lo spazio adolescenti “La danza del tempo”, i giovani possono trovare referenti qualificati. Ci possono andare autonomamente per raccontarsi come sperimentatori e per ricevere l’approccio psicologico più opportuno a seconda del caso.
Ci possono andare anche i genitori, ha detto lo psichiatra Gallio, preoccupati per gli sbalzi di umore dei figli, perché li vedono sempre assonnati e magari riscontrano un calo della performance scolastica.
«In questa maniera si crea una collaborazione, noi invitiamo i ragazzi a venire, senza coercizione, e cerchiamo di trovare insieme gli strumenti di aiuto in termini preventivi».
Laura Milano
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