Dirigente di centro medico condannata a risarcire la Usl

CORTINA. Quei 63 mila euro e rotti sarebbero dovuti finire nelle casse dell’allora Usl 13 di Mirano, oggi confluita nell’Usl 3 Serenissima, perché pagati dai pazienti per prestazioni mediche erogate in convenzione nel centro medico. Ma Patrizia Palomba, 57 anni, napoletana residente a Cortina, legale rappresentante del Poliambulatorio “Plinio sas” di Cazzago dal 1996 al 2014, quei soldi non li ha versati. Così ha accertato la Procura della Corte dei Conti, che ha portato la donna di fronte ai giudici contabili . L’altro giorno è stata depositata la sentenza che ha visto condannata Palomba a risarcire all’azienda sanitaria la somma di 63. 118, 07 euro.
«Il comportamento della Palomba deve essere qualificato in termini di colpa grave in quanto palesemente in contrasto con gli obblighi della convenzione e le regole di comportamento dell’agente contabile», scrivono i giudici nella sentenza, evidenziando peraltro come «l’amministratore della società ha riconosciuto in varie occasioni l’esistenza e la misura del danno». Dopo che in varie occasioni l’azienda sanitaria aveva chiesto la restituzione dei propri soldi, Palomba aveva firmato a giugno del 2014 un “piano di pagamento delle fatture in sospeso”, «equivalente ad un pieno riconoscimento del debito contratto, nonché all’impegno formale a saldare il debito», si legge nel provvedimento. Eppure quei soldi, nonostante l’impegno preso, non erano stati versati.
E così l’azienda sanitaria aveva denunciato nel febbraio del 2015 il mancato versamento da parte del poliambulatorio di quanto pagato dagli assistiti per le prestazioni erogate dalla struttura in convenzione. Secondo l’intesa tra le parti, la Plinio doveva versare entro l’11 del mese successivo tutti i corrispettivi incassati dai propri pazienti all’Usl 13 per le prestazioni in convenzione, vedendosi poi restituire dalla stessa azienda il corrispettivo per l’attività svolta. Ad un certo punto, però, l’azienda sanitaria contesta alla Plinio il mancato versamento delle mensilità di marzo, aprile e maggio 2014. Inizia il tira e molla per la restituzione, che si conclude con un nulla di fatto per l’Usl. I giudici hanno stabilito la responsabilità di Patrizia Palomba, evidenziando «i comportamenti gravemente colposi». Di qui la condanna a rifondere la somma nelle casse dell’azienda sanitaria. —
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