Dirigente e Comune lontani l’accordo sui soldi non si trova
BELLUNO. Nessun accordo economico. Il giudice del lavoro accorda un ultimo rinvio. La trattativa tra la dirigente Margherita Barizza e il Comune di Belluno è andata a finire male. Le parti sembrano due rette parallele, che si incontrano in tribunale. La prossima data è quella del 12 febbraio: o si arriverà alla stretta di mano o partiranno ufficialmente le due cause civili promosse dalla donna per il suo presunto demansionamento, nell’organico dei dirigenti di Palazzo Rosso. Tra gli avvocati Trivellato per Barizza e Vignola per il Comune balla una cifra tra i 200 e i 150 mila euro di soldi pubblici. Denari che inevitabilmente pagherebbero i cittadini con le tasse.
Il sindaco Jacopo Massaro, che anche ieri mattina non si è perso l’udienza di fronte al giudice del lavoro Travia non ha intenzione di sborsarli e, a suo tempo, aveva sottolineato di averne già spesi 80 mila di spese legali, ma di averla sempre avuta vinta. Stavolta la sensazione è che si vada alle cause, che sia molto difficile trovare un compromesso soddisfacente per tutti.
Nell’ambito della ristrutturazione della macchina amministrativa, Barizza ha perso i capitoli fondi europei e sociali, che sono andati a Lussu e Tedesco e le sono stati affidati gli affari generali, vale a dire servizi elettorali, anagrafe, stato civile, archivio, protocollo e albo pretorio. È stata demansionata per davvero, come continua a sostenere lei, oppure l’amministrazione comunale si è comportata bene nei suoi confronti e non è colpevole? In ogni caso, la donna ha presentato queste altre due cause e finora tutti i tentativi di conciliazione non sono riusciti. L’ultima possibilità è stata fissata per la metà di febbraio. O i soldi o le cause.
Gigi Sosso
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