Disastro e omicidio colposo indagine contro ignoti
SAN VITO. Disastro colposo. E omicidio colposo plurimo. Da una parte la frana di San Vito, dall’altra la morte di tre persone sotto la colata di acqua e detriti del Rusecco. Queste le ipotesi di reato, sulle quali sta indagando il sostituto procuratore Simone Marcon. L’inchiesta è stata aperta contro ignoti, ma i lavori sono in corso e il quadro non può che essere in continua evoluzione.
I carabinieri di San Vito sono all’opera da martedì sera, dopo l’ondata di maltempo e, in mattinata, i primi atti dovrebbero arrivare sulla scrivania del magistrato. Non ci sono ancora iscritti nel registro degli indagati, ma per cominciare a stabilire le eventuali responsabilità sarà questione di ore. Al massimo di giorni.
Il procuratore capo Francesco Saverio Pavone ha lasciato il suo ufficio al secondo piano del tribunale verso mezzogiorno, per andare a rendersi conto della situazione e partecipare a una riunione tecnica sull’emergenza: «Le ipotesi sulle quali ci stiamo muovendo sono naturalmente quelle di disastro e omicidio colposi, ma siamo ancora nella fase iniziale delle indagini, pertanto tutto è passibile di cambiamenti, anche repentini. La situazione è assolutamente fluida, partendo dal presupposto indiscutibile che una frana ha causato dei morti».
Non sarebbe ancora stato sentito nessuno su quello che è successo. Prima di procedere, si aspetterà di avere un verbale il più possibile preciso, anche perché si parla di cinque o sei macchine disperse: «Non è ancora il momento di ascoltare qualcuno», riprende Pavone, «sarà solo una preoccupazione successiva. Quando avremo tutte le certezze necessarie, allora procederemo, per cominciare a comprendere se ci possono essere delle responsabilità penali».
Il panorama fa paura, sotto la maestosa bellezza delle Dolomiti. Le vacanze si sono trasformate in una tragedia per alcune famiglie, che già chiedono giustizia, se può essere stata colpa di qualcuno: «Un disastro, davvero», conclude Pavone, «sono stato a San Vito e c’è da preoccuparsi per quello che è successo o potrebbe succedere, se dovesse ricominciare a piovere. Ho visto mura sfondate e paura negli occhi della gente del posto».
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