Disastro in Cadore: chiusa l’emergenza, nessun altro disperso
SAN VITO. Tre corpi all’obitorio di Pieve. Tre salme di turisti stranieri, che erano in vacanza a San Vito, la sera della frana dell’Antelao. Uno è stato identificato: Zdenek Balvin aveva 55 anni e viveva a Nove Mesto na Morave, in Repubblica Ceca. La sua città è conosciuta dagli sportivi, perché è una tappa della Coppa del Mondo di sci nordico. L’altro uomo potrebbe essere Dirk Boerner, un 42enne tedesco di Monaco di Baviera. Ma non esiste ancora la certezza, perché la sua identità si basa sui documenti trovati nelle tasche di un portafoglio: una patente e una carta d’identità. C’è anche la targa della macchina, sulla quale c’è scritto Bayern. Baviera. Quello che manca ancora è una conferma da parte delle autorità tedesche, tramite l’Interpol, dal momento che non risultato denunce di scomparsa: il capitano dei carabinieri della Compagnia di Cortina, Cristiano Rocchi l’attende nelle prossime ore, intanto sono stati arrivati anche i canali diplomatici.
La terza vittima di martedì è una donna, che è stata trovata spogliata dalla furia della colata di acqua e detriti del Ru Secco. È irriconoscibile e non ci sono carte che possano aiutare gli investigatori. Ha un’età che va dai 25 ai 35 anni ed è probabile che sia legata a Boerner, sempre ammesso che sia lui. Potrebbe essere la compagna o la figlia. I tre corpi sono ancora a disposizione dell’autorità giudiziaria e lo rimarranno fino a lunedì, quando il medico legale provvederà all’ispezione cadaverica e, se necessario, all’esame del Dna.
La sopravvissuta è Jana Balvinova, la 43enne moglie di Zdenek. Che è ricoverata nel reparto di Chirurgia. È molto provata, a sentire il direttore dell’Usl 1 Pietro Paolo Faronato e ha sofferto dei traumi, ma non lamenta fratture. È stata visitata dal console del suo Paese e non ha voluto parlare con i telegiornali nazionali. La sua unica volontà è quella di tornare a casa e si sta lavorando per un volo aereo.
Nel frattempo, a San Vito la prefettura ha dichiarato chiusa la fase dell’emergenza. Non ci sono altri dispersi, dice il capo di gabinetto Andrea Celsi, e tutti i relitti delle macchine travolte sono state abbinate ai proprietari. Erano otto quelle recuperate dai vigili del fuoco: sei sono stati reclamati da due residenti di San Vito e da altri turisti di nazionalità tedesca e polacca, che erano saliti al rifugio Scotter; una era quella dei coniugi cechi e l’altra appartiene o apparteneva a Boerner.
La seconda fase è cominciata con l’inizio della ripulitura dell’alveo del torrente Ru Secco, soprattutto da parte degli operai del Genio civile e degli altri enti competenti. Un’operazione fondamentale, per evitare ulteriori problemi, in caso di altre piogge, come quella violenta della sera del 4 agosto. Mentre si cerca di rimediare, non si dimentica che la Valle del Boite era e rimane una zona a vocazione turistica. Il sindaco di San Vito, Franco De Bon ha tenuto a sottolineare che tutta la valle è perfettamente praticabile, dunque non c’è alcun motivo per trasmettere all’esterno l’immagine di un ambiente rischioso o, peggio ancora, ostile.
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