Disastro sull’Antelao: accertate le vittime, parte l'inchiesta

Ipotizzati i reati di disastro e omicidio colposo contro ignoti, la testimonianza di un soccorritore dopo un salvataggio che pareva impossibile
La paurosa "bocca" spalancata dalla bomba d'acqua in una casa (foto Lapresse)
La paurosa "bocca" spalancata dalla bomba d'acqua in una casa (foto Lapresse)

SAN VITO DI CADORE. Case e negozi distrutti, danni per milioni di euro e tre vittime, delle quali solo una identificata con certezza: il turista ceco Zdenek Balvin, 54 anni, il cui riconoscimento è stato effettuato ieri pomeriggio dalla moglie, la 42enne connazionale che martedì sera era stata miracolosamente estratta viva dai rottami dell’auto sulla quale si trovava la coppia quando è stata investita dalla frana scesa dall’Antelao.

Ancora incerta, invece, l’identificazione degli altri due corpi rinvenuti ieri mattina dai soccorritori: quello di un uomo e quello di una giovane donna, inizialmente scambiata per una minorenne. I controlli avviati dai carabinieri con l’Interpol in Germania, sulla base di un documento di identità (di cui non è stato denunciato lo smarrimento) trovato vicino a uno dei cadaveri e appartenente a un quarantenne tedesco ha portato gli investigatori a ipotizzare che si tratti di una coppia di turisti provenienti dalla Germania.

È un bilancio tragico quello che si è portata dietro la notte di terrore vissuta in Valle del Boite e in Cadore, dove a seguito di un violento temporale si sono registrati quattro distinti smottamenti: a San Vito di Cadore, a Cancia (Borca di Cadore), a Peaio (Vodo di Cadore) e ad Auronzo.

«Incredibile che sia viva, l’auto era un rottame»

Il più imponente si è messo in movimento sul versante ovest dell’Antelao, a circa 1800 metri di quota sopra l’abitato di San Vito, dove poco dopo le 21 di martedì ha ceduto di schianto l’avvallamento in località Antrimoia, largo centinaia di metri, dove lo scorso novembre si era depositato il materiale scaricato da un’altra frana. Quasi 100 mila metri cubi di materiale secondo le prime stime, ma i geologi che hanno sorvolato l’area a bordo dell’elicottero del reparto aereo di Venezia della Guardia di finanza hanno più prudentemente stimato in circa 20 mila metri quadrati la portata della colata detritica: pietrame e grosse lastre di roccia che, con l’invaso naturale saturato dalla pioggia (i pluviometri dell’Arpav non hanno comunque registrato precipitazioni record nella zona), si sono riversati a valle, incanalandosi nell’alveo del torrente Rù Secco. Pochi secondi è l’imponente colata è arrivata sopra la partenza della seggiovia San Marco, straripando dal letto del torrente e seppellendo il piazzale dell’impianto di risalita, dove erano parcheggiate le auto degli escursionisti e di operatori dei rifugi della zona.

La frana è scesa a una velocità impressionante, raggiungendo in pochissimi minuti l’abitato di San Vito, circa quattro chilometri più a valle del punto dove si è originato il distacco. Una marcia inarrestabile, che ha lasciato dietro di sè pareti di abitazioni squarciate e allagamenti ovunque.

Disastro e omicidio colposo indagine contro ignoti
The damages caused by a landslide in the Veneto town of Vito di Cadore, Italy, 5 August 2015. At least three people are dead after heavy rain caused a landslide in the Veneto town of Vito di Cadore, ANSA sources said Wednesday. The victims are a polish tourist whose car was thrown into a river, a young woman whose body was found near the mountainous town's cemetery, and a man who was found by firefighters in the area of the Boite River. ANSA/ MICHELE GALVAN

Conseguenze fortunatamente diverse, ma la stessa paura, a Borca di Cadore, nella frazione di Cancia, dove è tornato a materializzarsi l’incubo dello smottamento che nel luglio 2009 provocò due morti. I sensori che registrano il movimento della frana si sono attivati poco dopo le 21, attivando i semafori di emergenza sulla sottostante statale di Alemagna, rimasta completamente interdetta al traffico per circa un’ora, isolando anche Cortina. Allarme rientrato intorno alle 22.30, con la statale nuovamente percorribile in entrambi i sensi già dopo la mezzanotte di martedì. Un grosso movimento franoso ha interessato anche la frazione di Peaio (Vodo di Cadore), dove gli interventi per il contenimento delle frane hanno funzionato limitando i danni, ma per motivi di sicurezza sono state fatte temporaneamente evacuare dieci famiglie.

I corpi ritrovati nudi difficile identificare due delle tre vittime

Non c’è stato nulla da fare, invece, per il ponte bailey lungo la locale pista ciclabile, letteralmente spazzato via dalla colata detritica.Paura anche nel territorio comunale di Auronzo, dove uno smottamento di notevoli dimensioni ha lambito l’abitato, sul versante della strada regionale 48 delle Dolomiti che collega il centro cadorino a Misurina. Sradicati dalla corsa della frana parapetti e guard rail del ponte sul rio Gravasecca, in località Giralba. Strada regionale rimasta chiusa per l’intera notte e riaperta solo ieri mattina a senso unico alternato in prossimità del ponte.

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