«Disincentiviamo le macchine private sui passi dolomitici»

L’assessore trentino Gilmozzi spiega la nuova strategia «Abbiamo avviato finalmente un dialogo con il Veneto»

AGORDINO . «Sui passi Dolomitici nessuna retromarcia, si tratta invece di sperimentare un altro sistema che ci consentirà di raggiungere l’obiettivo di diminuire il traffico». L’assessore provinciale di Trento Mauro Gilmozzi non ci sta a vedere il dibattito ridotto a “passi aperti o passi chiusi” perché la questione – dice – è molto più complessa e riguarda tanti soggetti con esigenze e aspettative diverse (compresa la Provincia di Belluno), che non è facile far andare d’accordo. Comunque sia, da quest’estate il passo Sella (per ora si tratta sempre del valico al confine fra Trento e Bolzano) non sarà chiuso alle auto il mercoledì, ma vedrà una regolamentazione del traffico dal lunedì al venerdì (dal 23 luglio al 31 agosto, fra le 9 e le 16) con l’introduzione di controlli lungo le strade di accesso e la possibilità di prenotare il transito tramite un’app telefonica. E in futuro non è escluso il pedaggio.

«Bisogna dare conto di un lavoro complesso che stiamo facendo con tanti soggetti e anche con altre province. Abbiamo (finalmente) avviato un dialogo con l’assessore del Veneto, Federico Caner, mentre il sindaco di Livinallongo già parla con i colleghi della valle di Fassa».

L’obiettivo è quello di allargare gli interventi sul traffico? «Certo, ma bisogna andare per gradi. È una questione culturale che richiede lavoro e che darà risultati nel lungo periodo. Sognare è legittimo, ma pensare di chiudere i passi domani resta solo un sogno. Qui si tratta di gettare basi concrete per il futuro».

Che cosa succederà quest’anno? «Mi lasci partire da un dato».

Prego. «L’anno scorso abbiamo fermato le auto un giorno alla settimana (il mercoledì dalle 9 alle 16) ma non abbiamo ottenuto risultati sufficienti in termini di riduzione del traffico automobilistico. C’era chi saliva il giorno prima o il giorno dopo. Ci siamo anche accorti che fermare le auto in quota era difficile, anche perché i parcheggi sono più in basso».

E quindi? «Abbiamo deciso di prendere in considerazione una seconda ipotesi prevista dallo studio Eurac e Fondazione Unesco e provare una seconda modalità operativa, che è quella di mettere il traffico sotto controllo per più giorni».

Di che si tratta? «Si tratta di “disincentivare” l’uso dell’auto privata dal lunedì al venerdì, sempre dalle 9 alle 16, prevedendo che non possano passare più di “tot” macchine con l’obiettivo di ridurre il traffico del 20 per cento, per poi salire al 30 e al 40 per cento gli anni successivi. Il traffico verrà controllato da addetti sul posto che potranno consentire l’accesso più tardi, ma sarà possibile anche prenotare il passaggio con un’app telefonica. A questo punto siamo convinti che molti preferiranno usare il mezzo pubblico: abbiamo visto che i turisti sono dispostissimi a farlo se gli crei un’alternativa».

Ci saranno i bus navetta come l’anno scorso? «Pensiamo di potenziarli, garantendo corse ogni 15 minuti (l’anno scorso l’intervallo era di mezz’ora). Se facciamo uno sforzo del genere dobbiamo anche disincentivare l’uso del mezzo privato, altrimenti non serve a niente».

Ma quale è l’obiettivo finale? «Riuscire a costruire una cultura nuova della mobilità, che prevede che sui passi si vada con il mezzo pubblico, la bicicletta, la funivia e molto meno con la macchina. L’anno scorso abbiamo cominciato questo percorso e quest’anno proseguiamo».

Quella di quest’anno non è una soluzione poco coraggiosa? «Al contrario: è molto coraggiosa, passiamo da un giorno alla settimana a cinque giorni, anche se la soluzione ha un impatto emotivo minore. In futuro mi immagino che si possa introdurre anche il pedaggio, ma solo alla fine del percorso: non vogliamo fare cassa, ma più semplicemente trovare forme per disincentivare l’uso del mezzo privato. Ci guadagneranno tutti».

Andrea Selva

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