Disoccupati in calo nel Bellunese

Un 2016 favorevole per gli under 30, che vedono la diminuzione maggiore, ma scendono i contratti a tempo indeterminato

BELLUNO. Crollano i contratti a tempo indeterminato in provincia di Belluno. È l’effetto Jobs Act, accusano i sindacati, che ha “pompato” questa forma contrattuale tramite decontribuzioni: una volta terminati gli incentivi, però, l’agognato posto fisso registra una battuta d’arresto che trascina con sé anche il totale dei nuovi contratti, complessivamente in calo rispetto al 2015.

Meno disoccupati. A fotografare la situazione sono i centri per l’impiego della Provincia, sentinelle sul territorio che hanno il polso del mercato lavorativo bellunese. I disoccupati in cerca di lavoro nel corso del 2016 sono stati 6.720, 138 in meno rispetto al 2015, come evidenziato dal report “Mercato del lavoro in Provincia di Belluno” pubblicato dal Servizio Sistemi Informativi di palazzo Piloni. Una buona notizia, ma non per tutti: i disoccupati sono in calo nei centri per l’impiego di Belluno, Feltre e Pieve di Cadore ma salgono ad Agordo, dove sono 26 in più rispetto al 2015.

Buone notizie per gli under 30. I disoccupati bellunesi si distribuiscono equamente in tutte le fasce d’età: il 22,8% è under 30, nella fascia 30-49 anni si concentra quasi il 43% di chi cerca lavoro, il 22,5% ha più di 50 anni e meno di 59. L’11,8%, invece è ad un passo dalla pensione. È proprio questo il gruppo d’età che ha più sofferto nel 2016: mentre negli under 50 il numero di disoccupati diminuisce rispetto al 2015, la situazione per i cinquantenni rimane stabile mentre per gli over 60 peggiora, con una media di 13 disoccupati in più rispetto all’anno precedente. Buone notizie per gli under 30, con un calo del numero dei disoccupati del 6% rispetto ai 12 mesi precedenti. Per quanto riguarda le differenze di genere «il numero delle donne disoccupate resta sostanzialmente costante mentre è quello dei maschi a diminuire con il passare dei mesi» si legge nel report della Provincia.

I nuovi contratti. Il “posto fisso” incide per il 18% sul totale dei contratti ma il suo crollo ha trascinato in rosso il bilancio complessivo degli “avviamenti”, cioè dei nuovi accordi. Il 2016 ha visto una netta flessione di contratti a tempo indeterminato, passata da 8.755 accordi nel 2015 a 6.393 nel 2016, un calo di quasi il 27%. Le altre tipologie di contratto (tempo determinato, apprendistato/inserimento e somministrazione tramite agenzie di lavoro) hanno segno più ma non bastano a invertire la tendenza: il totale degli avviamenti nel 2016 è stato di 34.776 nuovi accordi contro i 35.195 dell’anno precedente.

Occhialeria in calo. Esaminando nel dettaglio gli avviamenti per settore si nota un deciso calo per quanto riguarda l’occhialeria, passata da 4.512 avviamenti nel 2015 a 3.297 nuovi contratti nel 2016. Perde terreno, in misura minore, anche il settore delle costruzioni. Il settore che vede il maggior numero di avviamenti è quello degli alberghi e della ristorazione (8.808) seguito dai servizi alle persone (6.647) e dal metalmeccanico (5.349 ). La distribuzione territoriale dei nuovi contratti rivela come siano in calo ad Agordo (-3% rispetto al 2015) e Belluno (-5%) mentre aumentano nel Feltrino e in Cadore. In questo territorio la disparità tra contratti a tempo determinato e le altre tipologie contrattuali è più alta. Ben l’81% degli avviamenti cadorini è un contratto a tempo determinato; la media provinciale si ferma al 59%. Una distanza che si era in parte ridotta nel 2015, quanto i contratti a tempo indeterminato a livello provinciale erano stati un quarto degli avviamenti totali. Lo “stato di grazia”, però, è durato poco.

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