Dispiacere e rabbia dell’allevatore
BELLUNO. «Io non lo so che tipo di animale abbia attaccato le mie pecore. Ma continuiamo a ripopolare i nostri boschi di animali selvatici e grandi predatori e questi sono i risultati». Aldino Bianchet non nasconde la sua irritazione per quello che è capitato a sei delle dieci pecore che aveva portato in un recinto vicino a Tassei.
Cinque sono state uccise, una è stata solo ferita, pare non in modo grave. «Le avevo portate in quella zona qualche tempo fa», racconta l’uomo, che è nato a Tassei e lì ha delle proprietà. «Venerdì stavano bene. Domenica mattina sono andato a portare loro acqua e cibo e cinque erano morte. Un’altra è ferita. Non so che animale le abbia attaccate, ma non penso fosse da solo. Ne ha sbranate cinque...».
Nelle sue parole si mescolano il dispiacere per l’accaduto e un pizzico di rabbia. Bianchet non ci va tanto per il sottile: «Hanno deciso di ripopolare i nostri boschi con animali che non c’erano più da decenni. Hanno riportato la lince, l’orso, il lupo. Mi chiedo: ma gli animalisti a Pasqua hanno pranzato con carne di lupo o di agnello?».
È la prima volta che Aldino Bianchet si trova a dover affrontare una situazione del genere. «Da oltre trent’anni porto le pecore vicino a Tassei, sono nato lì e c’è ancora la casa in cui sono cresciuto», continua l’allevatore. «Non è mai successo niente. Oggi (ieri, ndr) avrei dovuto trasferirne altre dall’allevamento a quel recinto, dove ne porto sempre una quindicina, ma non lo farò». Ce ne sono un centinaio, a Cirvoi. Per il momento restano nell’azienda.
Bianchet evidenzia anche un altro dettaglio: «La rete di protezione del recinto è intatta. Non è stata divelta in alcun modo. Non capisco se l’animale sia passato sotto o se l’abbia scavalcata». Si tratta di una rete metallica, piuttosto robusta. Ha fatto il suo dovere, insomma, ma l’animale che ha aggredito le pecore è riuscito a superarla in qualche modo.
Il recinto si trova in una zona isolata della periferia di Belluno, ma qualche casa nei paraggi c’è: «Ce ne sono, andando verso Sambuga», prosegue Bianchet. «Saranno a un paio di minuti in macchina. Meno di un chilometro di strada, direi». Oggi Bianchet andrà in Provincia per presentare la richiesta di risarcimento danni. Ieri con il figlio è tornato a Tassei per scattare qualche foto alle pecore morte. «Sono dispiaciuto, certo, ma anche arrabbiato», conclude. (a.f.)
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