Disservizi e ritardi: il recapito alternato è un autentico flop

Insorgono i cittadini che tempestano di lamentele gli uffici. I sindacati preoccupati sono pronti a scendere in piazza

BELLUNO. Il recapito della posta a giorni alterni non funziona. A due settimane dall’avvio a Belluno, in Alpago, nel Longaronese e nello Zoldano, il servizio ha già sollevato proteste da parte dei cittadini. Il problema maggiore è il ritardo - anche di molti giorni - con il quale viene consegnata la corrispondenza, anche quella che dovrebbe essere recapitata quotidianamente, come i giornali. Molte le segnalazioni che giungono agli uffici postali, con cittadini che protestano per il recapito di bollette già scadute, tanto da dover pagare anche la sanzione. La situazione è disastrosa e sindacati si sono mobilitati, aprendo un conflitto di lavoro: le parti sociali si dicono pronte a indire manifestazioni o scioperi di protesta. Insomma, il clima si fa rovente.

I problemi. Disagi e disservizi sono causati dalla decisione di Poste Italiane di passare, dal 18 aprile, alla consegna della corrispondenza a giorni alterni (in poche parole, il postino passa cinque volte in due settimane). Il sistema, partito l’anno scorso in varie parti della provincia, è entrato completamente a regime due settimane fa, con la copertura anche del capoluogo. E questo ha creato disagi sia per il personale che per i cittadini.

Con la riorganizzazione del lavoro, molti portalettere si sono ritrovati a coprire zone che non conoscono, senza dimenticare che la mole di lettere da smistare obbliga i postini a uscire in tarda mattinata, ben dopo le 10.30, con una riduzione, quindi, dell’orario a disposizione per la consegna. Il disservizio è presto spiegato: non tutta la corrispondenza viene consegnata in giornata e ciò che avanza va caricato sul servizio del giorno dopo, con le conseguenze che tutti possono ben capire.

«Non sta funzionando nulla», esclamano sconsolati Francesco Riva di Slp Cisl e i rappresentanti di Slc Cgil. «I postini escono tardi, c’è troppa corrispondenza da consegnare e le persone sono poche, e questo nonostante che il personale considerato in un primo momento in esubero sia ancora impegnato nel recapito, invece di essere smistato agli sportelli, come preventivato dall’azienda. Il recapito è al tracollo», conferma Riva senza mezzi termini. «E ho paura che questo sia lo scopo che l’azienda vuole perseguire».

La linea “Plus”. Anche la linea Plus, quella che dovrebbe provvedere tutti i giorni alla consegna della posta prioritaria, delle raccomandate e dei quotidiani non è puntuale. «Se manca qualcuno, il servizio non viene coperto e quindi anche questo servizio non è più garantito», dice Riva. «E poi la linea Plus non funziona dappertutto: non è applicata a Ponte nelle Alpi e a Limana, ma non per scarsa volontà di Poste Italiane, ma per decisione dell’Agcom, l’Agenzia per le comunicazioni. E questo crea non pochi problemi», dicono dalla Slc Cgil.

La situazione si è complicata anche con il trasferimento dei portalettere: personale che operava su Santa Giustina, per fare un esempio, è stato spostato a Belluno da dove parte ogni mattina, facendosi più di mezz’ora di strada in andata e altrettanta in ritorno, per fare il servizio. «E proprio a Santa Giustina i disagi sono all’ordine del giorno», dicono dalla Slc Cgil.

«È un disastro annunciato», conclude Riva, «e non ci sono margini di miglioramento».

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