Dissesti a Fortogna, è allerta
LONGARONE . Il rischio idrogeologico e l’erosione del Piave nella zona di Fortogna sono stati al centro del dibattito all’ultimo consiglio comunale. Tutto nasce da un’interrogazione del gruppo “Il Quadrifoglio” presentata dal consigliere Francesco Croce.
«Segnaliamo alcune criticità alla viabilità delle strade secondarie di Fortogna – afferma Croce – in particolare quella che collega la frazione con Faè e Desedan. Le piogge dei mesi scorsi hanno ulteriormente aggravato la situazione di una “via di fuga” che dovrebbe essere usata come sbocco del paese. Già due anni fa c’è stata una raccolta firme di sollecito in proposito (promossa dell’ex vicesindaco Luigino Olivier, ndr) e sappiamo che c’era un progetto di sistemazione già appaltato. Come effetto collaterale di questa erosione ambientale segnaliamo anche il rischio, nel caso non si proceda in fretta alla manutenzione, della sparizione dell’area di grande pregio chiamata “Fontane di Fortogna” all’interno del Parco».
«Per quanto riguarda l’area delle Fontane – replica il sindaco Roberto Padrin – abbiamo già segnalato il problema al Genio Civile, nell’ambito di un ragionamento più ampio in sinergia con il sindaco di Ponte Paolo Vendramini perché, con la costruzione della nuova pista ciclabile, c’è stato un mutamento del corso del Piave. Bisogna in questo caso vigilare affinché l’erosione in atto non tocchi anche la strada Statale».
«È vero poi che c’è un progetto in atto per la strada Faè Desedan – continua Padrin – mi sono aggiornato in merito con l’assessore regionale all’ambiente Bottaccin sull’iter. Purtroppo il nostro progetto (così come uno analogo in Alpago a Borsoi) si basava su un finanziamento con il metodo del project financing, ora non più sostenibile. La Regione quindi provvederà a rifare il progetto finanziandolo con fondi propri e anche tenendo conto della nuova situazione di maggior rischio idrogeologico sottolineata prima. Sulle tempistiche di attuazione non siamo ancora in grado di dare riposte ma ci auguriamo che tutto venga risolto il prima possibile».
Enrico De Col
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