«Distruggono l’ambiente ma la politica resta sorda»
BELLUNO. Levego come Paludi. La quarantina di manifestanti contro la distruzione dell’ambiente naturale di Ca’ Loch e gli scavi sulle grave del Piave ne è sicura.
Il corteo aperto da Federico Balzan al megafono e Flora Rossi al campanaccio ha trovato tutto chiuso con dei cancelli metallici: dal cantiere dell’area artigianale da 77 mila metri quadrati di proprietà del Consorzio Quadrante Levego alla cava realizzata sul fiume. Il tragitto concordato con la questura è cambiato per forza, anche se l’antica strada risulta ad uso pubblico e le sponde sacre alla patria non solo sono sul demanio, ma ricadono nell’area tutelata delle Fontane di Nogarè. Se non basta, è anche un Sic, sito d’interesse comunitario. Balzan presenterà un esposto, perché queste improvvise chiusure gli sembrano una coincidenza fin troppo curiosa e i due vigili urbani hanno annunciato la stesura di una relazione di servizio. Non finisce qui.
La marcia di ieri mattina era la seconda, dopo quella della metà maggio e, agli occhi dei partecipanti, la situazione della piana parallela a via Meassa non può che essere ulteriormente peggiorata: «Non c’erano mai state le montagne, a Levego e adesso abbiamo anche quelle», protesta Balzan, «cumuli di terra, ai piedi dei quali ci sono i sassi del Piave, che stanno coprendo e copriranno un’area storicamente paludosa, esattamente come quella tra Ponte nelle Alpi e Pieve d’Alpago, dove hanno già realizzato un’area artigianale, perlatro ancora chiusa, a distanza di parecchio tempo».
Capannoni alti anche 12 metri poggeranno su queste pietre, il cui trasporto è autorizzato dal Genio civile. Tutto regolare, nel lavoro che sta facendo la GG Garbin di Fonzaso per conto di una serie di aziende: «È stata individuata una pericolosità idraulica tale da giustificare l’asportazione dei sedimenti», sottolinea Balzan, «altrimenti non sarebbe possibile. Conosco molto bene questa zona, perché ci sono nato e francamente non mi sembra che ci sia. Il letto del fiume è sufficientemente largo e di emergenze non ce ne sono. Purtroppo questa vicenda non interessa a nessuno, tanto è vero che i miei appelli non hanno ricevuto risposta, dalla Commissione della Comunità europea in giù. Qualcuno mi dice giustamente che questa vicenda per me così importante è, invece, talmente marginale che la maggioranza non mi ascolta e l’opposizione non mi strumentalizza».
Musica celtica dagli altoparlanti, mangiafuoco, inviti al sindaco Jacopo Massaro a farsi vedere, scarabocchi sui cartelli appesi alla cancellata e messaggi individuali al microfono. Ci saranno delle altre iniziative: ulteriori manifestazioni e una mostra fotografica itinerante.
GUARDA LA FOTOGALLERY
DELLA MANIFESTAZIONE
www.corrierealpi.it
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi