Dito medio all’agente: torna in aula
BELLUNO. Tre multe in un giorno solo. Il sanzionato Luca Smaniotto era già passato per il giudice di pace, che gliele aveva annullate e la Corte di Cassazione, che aveva cassato la condanna a 400 euro per minacce nei confronti di un poliziotto della Stradale in primo e secondo grado, ma ieri si è ritrovato in tribunale per violenza o minaccia a pubblico ufficiale. Il suo difensore Degli Angeli ha sollevato la questione d’improcedibilità per il principio del ne bis in idem (non due volte per la medesima cosa), ma il pubblico ministero Pesco ne ha chiesto il rigetto e il giudice si è riservato all’atto della testimonianza dell’agente: scioglierà la riserva il 21 gennaio, quando ci saranno anche discussione e sentenza finale.
I fatti sono tra il 5 agosto e il 4 ottobre di cinque anni fa. Smaniotto aveva parcheggiato «su una rampa ad uso pubblico di un’abitazione, per di più in curva. Ero in borghese e, quando gli ho chiesto di spostare l’auto, mi ha fatto più volte il dito medio. A quel punto, mi sono qualificato, facendogli vedere il tesserino di riconoscimento della polizia e gli ho chiesto i documenti. Dopo le bestemmie, quando è ripartito, non ha allacciato le cinture».
A distanza di tempo, «mi ha fatto i fari e pensavo che volesse scusarsi per quello che era accaduto. Mi sbagliavo: aveva parlato con il suo avvocato e adesso erano cavoli miei».
Arrivano tre verbali a Smaniotto per intralcio alla circolazione, mancato uso delle cinture di sicurezza e bestemmia: «Mi sono sentito minacciare che avrei perso il lavoro: “Vedrai cosa ti succede, guardati intorno e pensa a quello che hai fatto” mi ha detto. C’è stata anche una visita alla mia caserma, perché avrebbe voluto parlare con un responsabile e in un’altra occasione mi ha scattato una fotografia». All’inizio dell’anno prossimo, si capirà se Smaniotto è già stato giudicato o meno. (g.s.)
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