Diventare ortolani per hobby: il Comune di Feltre lancia il corso online
FELTRE. Fare l’orto? Lo si impara online. L’iniziativa, gratuita, è del Comune di Feltre: tre webinar, ovvero lezioni virtuali su internet, per imparare l’abc dell’ortolano dilettante. E poi due incontri dal vivo, a San Paolo, per mettere in pratica le nozioni teoriche e allestire un orto vero e proprio, senza né tastiera né mouse ma con vanga e rastrello.
«Facciamo semplicemente buon uso della tecnologia», sorride Valter Bonan, l’assessore all’ambiente e ai beni comuni, «con l’obiettivo comunque di sostenere una pratica del tutto fisica e naturale, all’aria aperta, come quella di fare l’orto. Così è più facile favorire la partecipazione di chi, magari per gli impegni di lavoro, non riuscirebbe ad essere sempre presente alle lezioni in campo».
L’iniziativa è legata a doppio filo a quella ormai consolidata degli orti comuni, gli appezzamenti di terreno comunale affidati ai cittadini per produrre ortaggi e verdure ma anche per promuovere la socialità, lo scambio di saperi, le buone pratiche agricole. È dei giorni scorsi il nuovo bando per l’assegnazione dei pezzi di terra da coltivare. E quest’anno il Comune ha deciso di puntare anche sulla formazione, chiamando l’agrotecnico bassanese Michele Patuzzi a insegnare le basi dell’orticoltura con il corso gratuito online e poi sul campo.
«L’idea è rivolta sia a chi ha esperienza consolidata con gli orti comuni», spiega Bonan, «sia a chi vuole approcciarsi a questa iniziativa ex novo. Il corso è pensato per fornire informazioni di base e per trasmettere lo spirito dell’autoproduzione attenta ai temi della difesa della fertilità del suolo, della conservazione della biodiversità, dell’utilizzo dei fertilizanti naturali al posto di quelli di sintesi chimica. Un corso che abbiamo voluto proporre gratuitamente e che vedrà i tre incontri online di carattere teorico e poi due agli orti comuni a San Paolo. Lì ci sarà la preparazione di un appezzamento come orto e ci sarà quindi la possibilità di ragionare sulla scelta della rotazione delle varietà da mettere a dimora, sul risparmio di acqua, sulle associazioni tra le diverse varietà per ridurre il richiamo di parassiti».
Anche il corso sarà poi una occasione di socialità, per stringere legami tra le persone e costruire reti di scambio. Quello che è avvenuto finora con l’esperienza degli orti comuni, che hanno fatto incontrare feltrini di età, provenienza e interessi diversi attorno agli appezzamenti da trasformare in orti rigogliosi.
Un progetto, quello degli orti comuni, che si affianca a quello intitolato “La terra a chi la coltiva”, per l’assegnazione dei terreni comunali alle aziende agricole, con un occhio di riguardo a quelle formate da giovani e attente ai temi della sostenibilità.
«Con i due progetti», spiega Bonan, «sono oltre 16 gli ettari di terreno comunale incolto che sono stati rimessi in gioco, una dimensione significativa».
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