Dj spacciava cocaina in centro: i suoi clienti lo fanno condannare

Tre anni di reclusione e 4 mila euro di multa a un giovane bellunese che riforniva baristi e bancari

BELLUNO. Cocaina a baristi e bancari. Un giro di polvere bianca nella Belluno bene, che è costato una condanna a tre anni di reclusione e 4 mila euro di multa a Francesco Natoli per detenzione e spaccio di sostanza stupefacente. Dipendente in un’azienda privata e dj nei locali durante il fine settimana, ha dichiarato in aula di non aver mai spacciato droga. Anzi, ha detto che era da tempo che si chiedeva come mai quattro amici, non quattro clienti, avessero deciso di metterlo nei guai: ha insistito nel dichiararsi innocente, anche se tutti lo hanno indicato come il loro fornitore.

Il suo difensore Pasin ha parlato di pesce piccolo, durante un’arringa nella quale non sono mancati momenti di tensione con il giudice Coniglio. Il legale ha chiesto l’assoluzione e ha annunciato che farà appello.

Il pubblico ministero Rossi aveva chiuso la propria requisitoria con la richiesta di due anni e quattro mesi più 8 mila euro. Era stata la stessa Rossi a interrogare tre dei quattro assuntori. Ragazzi conosciuti a Belluno, che gestiscono un locale in città oppure fanno gli impiegati di un certo livello nel settore bancario.

Qualcuno ha investito 5 mila euro di cocaina in un anno, altri si sono accontentati di una provvista inferiore di “neve”. Hanno raccontato che la droga era per uso personale e che questa esperienza è durata solo alcuni mesi, fino al novembre di tre anni fa. Prima c’era un contatto telefonico con lo spacciatore, senza particolari precauzioni, al quale seguiva un incontro nel quale avveniva la cessione della cocaina. La droga era custodita in sacchettini monodose di cellophane, sigillati in qualche modo. Addirittura termosaldati? E chi se lo ricorda. Di sicuro il prezzo oscillava tra i 70 e i 100 euro per grammo.

Qualche testimone si è rifatto alle dichiarazioni rese alla polizia ai tempi delle indagini preliminari, qualcun altro non ricordava bene e ha contestato anche quelle stesse sommarie informazioni che aveva sottoscritto: incongruenze sottolineate dal magistrato.

In un caso è stata contestata una quarantina di cessioni, con un quantitativo fra i tre e i cinque grammi per volta; in un altro caso cinque o sei e ogni volta da tre a cinque grammi; nel terzo, una dozzina da uno o due grammi e nel quarto tra le 25 e le 30 cessioni, di nuovo da uno, al massimo due grammi.

Un solo testimone per la difesa, un tabaccaio che ha cercato di scagionare l’imputato, sostenendo di non essere a conoscenza di una sua attività di spaccio, di conoscere di vista i consumatori, ma di non sapere che facessero uso di cocaina. Nessuno ce l’ha scritto in fronte, ha commentato il giudice. Natoli è stato condannato, un altro fornitore aveva già patteggiato la pena.

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