Dmo: «Tassa di soggiorno per tutto il Bellunese»

L’organo di coordinamento provinciale ha chiesto una verifica per applicare un’imposta uguale in tutti i Comuni. Larese Filon: «Servono risorse per il rilancio»
Stefano Da Rin Puppel-Perona-Cortina d'Ampezzo-Cortina Fashion Week End
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BELLUNO. Una tassa di soggiorno per tutti i comuni del Bellunese. L’idea, che da qualche anno rispunta periodicamente negli enti locali, ora sembra farsi strada sempre più perentoriamente. Se n’è parlato anche la settimana scorsa nella seconda riunione della Dmo, l’organo che dovrebbe coordinare le iniziative turistiche provinciali. A lanciare la proposta di applicare ovunque nel territorio la tassa di soggiorno è la stessa presidente della Dmo e della Provincia, Daniela Larese Filon che già all’inizio del 2015 aveva proposto l’iniziativa. «Ormai sono tanti i Comuni che applicano questa imposta, a cominciare da quello che guido io, vale a dire Auronzo. Ma nel 2012 erano partite tutte le realtà della valle del Biois, da qualche tempo c’è San Vito, Livinallongo, e dal luglio scorso anche Belluno. A Cortina entrerà in vigore il prossimo anno e lo stesso a Selva di Cadore. E poi ci sono anche Alleghe e Rocca Pietore, Falcade, Zoldo Alto. A Pieve di Cadore se ne parla, poi c’è anche l’Alpago. Insomma, la tassa di soggiorno è l’unica possibilità per poter eseguire alcuni interventi per il turismo. Infatti, le risorse sono sempre meno. Non mi aspetto niente nemmeno dalla Regione, visto che anche a Venezia non sono presi bene quanto a disponibilità finanziarie». La presidente ci tiene a precisare che «i soldi che potrebbero essere ricavati dall tassa non saranno utilizzati per il mantenimento della Dmo, anche perché questo è un organismo solo di supporto, di coordinamento».

La settimana scorsa, quindi, tutti i soggetti che costituiscono la Destination manegement organization hanno iniziato a discutere del problema. Si sa che alcuni comuni sono “resistenti” all’idea, mentre altri sarebbero anche disponibili ad applicarla se servisse a garantire un rilancio del turismo. «E su questo fronte noi intendiamo muoverci. Per questo abbiamo dato il via ad una verifica per capire quanto potrebbe essere difficile applicarla nei comuni e cosa ne pensano i sindaci. La realtà, comunque, non deve sfuggire: se vogliamo fare turismo e turismo di qualità dobbiamo seriamente iniziare a pensare di applicarla dappertutto. In tutti i Comuni, magari uguale ovunque. I progetti che abbiamo in serbo come Dmo sono tanti e tutti hanno necessità di risorse per essere attuati. Quindi a questo punto non vedo altra soluzione», conclude Larese Filon.

L’idea, quando era stata lanciata un anno fa aveva trovato anche il supporto di alcune categorie sociali che l’avevano salutata positivamente quale opportunità ulteriore per la crescita e lo sviluppo economico del territorio. Forse ora, visti i magri bilanci comunali, quelli ancor più striminziti della Provincia e ridotti della Regione, anche i sindaci più refrattari potrebbe cambiare idea.

Paola Dall’Anese

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