«Dobbiamo essere uniti per vincere»

L’appello degli operatori del settore. Pra: «Più risorse e formazione, la Cciaa si faccia capofila»

BELLUNO. Per poter uscire dalla crisi del turismo servono formazione, ospitalità, e soprattutto crederci e darsi da fare. Questa l’analisi degli operatori del settore al convegno del Rotary Club, dove ancora una volta si è rimarcata la necessità del riconoscimento della specificità del territorio a livello centrale, con maggiori risorse, ma anche la divisione intrinseca tra i vari soggetti del comparto.

«In Regione avete fatto la specificità e ora dovete portarla a termine perché qui di specifico c’è solo Veneto Strade e ha fatto bene. Però servono soldi che siano vincolati a questo territorio, altrimenti le altre province se li dividono e a noi restano le briciole», ha esordito Floriano Pra. L’ex amministratore ha spaziato sui vari aspetti del comparto, rivendicando risorse specifiche ma anche facendo appello all’unità. «Bisogna dividere il territorio in vallate», ha proseguito Pra precisando la necessità di fare squadra: «Il momento è terribile e siamo ancora divisi tra noi. Vediamo coi fondi Letta e Brancher che sono stati utilizzati per fare le asfaltature invece di investirli su progetti di rilancio dell’interno territorio: i comuni si sono dimostrati egoisti».

Pra però non ha evitato nemmeno di tracciare le critiche al sistema turistico bellunese. «Ci manca la formazione anche per i piccoli alberghi che non sanno nemmeno usare il computer, per cui le associazioni devono farsi da tramite. Ora la spada di Damocle è la messa a norma delle strutture, che costa 700 mila euro. Se non arrivano soldi per trasformare gli hotel da 1-2 stelle ad almeno 3 saremo costretti a chiuderne 50».

Poi sul confronto con le province contermini, Pra ha ribadito: «I primi a portare qua i turisti dell’Est siamo stati noi del Civetta e ora i vicini ce li portano via. Belluno però da sola non ce la fa, ha bisogno di risorse che Zaia ha tolto. Ora basta parlarci addosso, pensate quante volte ci siamo fatti male da soli, come per la variante di Cortina o il prolungamento della Monaco-Venezia: se ci troviamo con l’acqua alla gola è anche per colpa nostra». E poi ha chiesto all’ente camerale di farsi capofila per fare qualcosa subito. «Il problema più grosso è l’innevamento: se non facciamo neve per primi ci portano via tutto».

A parlare dello svantaggio del Bellunese rispetto a Trento e Bolzano anche Franco Debortoli dell’Ascom, che ha chiesto maggiore attenzione da parte della Regione alla montagna perché «se deleghiamo tutto al privato si arriva all’ingovernabilità». Sull’idea dell’ospitalità diffusa lanciata dall’assessore Tabacchi si è detto scettico ribadendo che «solo l’alberghiero può essere competitivo». E se il limite al turismo «siamo noi», come ha detto Angelo Paganin, è anche vero che si può superare il gap tramite la formazione permanente e l’uso del marchio Unesco. «Anche se manca chi si prende l’onere della regia unica del progetto. Allora crediamoci e rimbocchiamoci le maniche». (p.d.a.)

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