«Dobbiamo ricollocare tutti i disoccupati»
BELLUNO. «Il mondo del lavoro va tenuto unito, per farlo serve un ragionamento su tutti coloro che hanno perso il lavoro e su quanti non l’hanno mai avuto. Quindi il tavolo di confronto non è solo per ricollocare gli eventuali esuberi dell’Acc Wanbao, ma tutti quelli che non hanno un impiego».
Il segretario della Fiom Cgil, Luca Zuccolotto esce allo scoperto, ampliando il tiro rispetto all’intenzione di ricollocare gli eventuali cento esuberi dello stabilimento dell’Acc Wanbao di Mel, esuberi possibili se non dovesse esserci una ripresa cospicua dei volumi produttivi.
«Quello che mi sento di dire», prosegue la disamina di Zuccolotto, «è che in questa provincia c’è bisogno di aprire una discussione per tutti coloro che sono senza un impiego, non solo per chi lavora in una determinata fabbrica. Non sarebbe giusto nè corretto. Perché i disoccupati e gli inoccupati sono centinaia».
«Ricordiamo», continua il segretario della Fiom, «ad esempio, la vicenda dell’Invensys di Belluno: fra poco scadranno i due anni di mobilità per i suoi 165 ex dipendenti. Ma quanti di loro hanno, in questo frattempo, trovato un nuovo lavoro? Pochi, a quanto mi risulta. E allora, perché non dovremmo aprire una discussione e trovare un’opportunità con Confindustria per reintegrare in qualche altra fabbrica anche queste persone? I posti di lavoro in bilico in questa provincia sono numerosi, basti pensare alle realtà del basso Feltrino, ad esempio. Quindi, ben vengano i tavoli di confronto e i patti per ricollocare tutti coloro che non hanno un impiego per vari motivi, ma non bisognerà fare delle preferenze».
Mercoledì prossimo, i sindacati di categoria e le rsu si ritroveranno a Mel con Confindustria e i vertici di Acc Wanbao per discutere di un accordo che porti a stabilire gli incentivi necessari a supportare le uscite volontarie dallo stabilimento zumellese.
«Dobbiamo considerare che quei 100 esuberi dell’Acc di Mel non sono strutturali, come invece lo sono i 108 dichiarati dalla De Rigo, ma sono un normale conseguenza della richiesta della cassa integrazione straordinaria al ministero. Se i volumi produttivi aumenteranno potrebbe non esserci bisogno di far uscire così tante persone. Per ora, come da accordo ministeriale, le uscite saranno solo volontarie».
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