Docente, storico e dirigente le tre vite di Dal Molin

Sottolineati i cinque anni da direttore generale dell’Usl di Feltre durante i quali ruppe gli indugi dando il via a servizi come oncologia e l’unità coronarica

FELTRE. Una grande famiglia si getta alle spalle gli eventi infausti che impoveriscono il tessuto, e rinsalda le fondazioni, «con gli occhi ripuliti dalla incrostazioni del pessimismo». Su questo adagio, introdotto dal presidente di Famiglia Feltrina, Enrico Gaz, è stato attribuito ieri il premio annuale Vittore e Corona, allo storico predecessore Giovanni Mario Dal Molin, alla guida del sodalizio per sedici anni. Il ritratto a tutto tondo del premiato è stato affidato al primario e amico Michele De Boni che non ha omesso alcun aspetto dell’eterogenea carriera di Gianmario Dal Molin nei tre rispettivi tragitti professionali, quello di docente, di storico e di dirigente d’azienda Usl, evidenziandone il coraggio e la tenacia.

In particolare, il prolusore Michele De Boni ha portato la riflessione sul quinquennio nel quale Dal Molin ha rivestito la carica di direttore generale dell'Usl, dal 1994 al 1999. «Si era allora in presenza di una vecchia programmazione regionale ospedaliera che prevedeva per Feltre attivazioni mai effettuate di servizi di importanza strategica, come oncologia, unità coronarica, mantenendo nella casa di cura Villabruna Bellati un repartino di urologia. Fu un bene per Feltre che a prevalere non fosse il partito attendista, basato sull’esigenza di avere le carte a posto, ma il partito del progetto, della programmazione aperta al futuro, creatore di un’azienda a forte attrazione provinciale ed interprovinciale. Fu grazie al coraggio di Dal Molin che mutò la stessa fisionomia dell’ospedale, attraverso servizi potenziati e aggiornati che hanno riguardato anche gastroenterologia, nefrologia, geriatria e riabilitazione a Lamon. Il progetto è continuato con l'attivazione di unità operative complesse e con il superamento della casa di cura e dell’attivazione della piastra chirurgica, la prima portata a compimento dal direttore Bortolo Simoni, la seconda in fase di ultimazione con l’attuale dg Adriano Rasi Caldogno».

Su input del sindaco Paolo Perenzin che ha citato Milan Kundera al passo in cui «nella storia le date non sono mai casuali», la ripresa del premiato Gianmario Dal Molin si è concentrata su due eventi, in particolare, connotati dal numero sei: nel 1986 si è soppressa la diocesi di Feltre. Nel 2016 l’Usl di Feltre ha perso la propria autonomia e “il capofamiglia”.

«Il motto della città di Feltre, nec spe nec metu, cioè non aspettiamoci nulla che non sia il frutto del nostro coraggio, deve darci la forza di continuare. Guai, se ci abbandoniamo alla sconfitta: andiamo avanti non tanto con l’ottimismo della ragione, visto che i dati oggettivamente non ci danno ragione, ma con l’ottimismo della volontà e del sentimento di comunità».

Laura Milano

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