«Documenti falsi fatti in Brasile»
VAL DI ZOLDO. Documenti falsi certificati da professionisti. Nascerebbero in Brasile, e permetterebbero agli italobrasiliani di ottenere il certificato di cittadinanza per discendenza italiana. Il condizionale è d’obbligo, in questo caso, perché l’accusa, anche se molto precisa, è contenuta in una segnalazione che è arrivata al Comune di Val di Zoldo. Una persona, che lascia intendere di conoscere molto bene cosa accade nel paese del Sud America, spiega chiaramente che chi desidera ottenere la cittadinanza può avere un documento falso che attesti la sua discendenza italiana, certificato da professionisti. Se ci fossero profili di illegalità, in questa vicenda, nascerebbero dunque oltre oceano.
«Io non conosco questa persona, non so chi sia né perché abbia mandato questa segnalazione al Comune», spiega il sindaco di Val di Zoldo Camillo De Pellegrin, che per primo ha sollevato un caso che rischia di allargarsi ben oltre i confini provinciali. Non appena dagli uffici del Comune gli hanno detto che era arrivata questa segnalazione, il sindaco ha informato la Questura. Non avrebbe potuto fare altrimenti, visto le accuse che contiene.
Non ci sono nomi e cognomi, non vengono indicati studi professionali, ma si parla di documenti falsi e si aggiunge che la pratica sarebbe anche molto diffusa. In più, ci sarebbe tutto un meccanismo per la gestione delle persone che richiedono la cittadinanza, fino all’assistenza durante le procedure burocratiche. «Si mette in luce che c’è un mercato», continua il sindaco. «O meglio, che ci sarebbe, spetta ad altri ora verificare la veridicità di questa segnalazione. La quale dimostra, però, che qualcosa evidentemente non funziona in tutto il sistema».
Non funziona più la circolare 32 del 2007 del ministero dell’Interno, dice De Pellegrin, quella che esenta chi arriva in Italia per richiedere la cittadinanza dall’obbligo del permesso di soggiorno e del contratto di lavoro. «È anche a causa di quella circolare che la situazione è andata fuori controllo», afferma De Pellegrin. Preoccupato non solo per il fatto che le richieste di cittadinanza stiano paralizzando l’attività del suo ufficio anagrafe, ma da un fenomeno che non gli appare del tutto chiaro. «Bisogna fare luce su quello che sta succedendo», conclude. «Non voglio che la cosa si fermi qui. Mi impegnerò affinché venga promossa una azione legislativa sul tema».
De Pellegrin non è persona che generalizzi e non ha nessuna intenzione di dire che tutte le richieste di cittadinanza nascondano qualcosa da chiarire. «Ma è proprio per tutelare la parte vera degli affetti, i veri ricongiungimenti, che dobbiamo promuovere un’azione congiunta. Ci sono persone che richiedono la cittadinanza italiana perché si sentono effettivamente legate al nostro paese, e rischiano di vedere compromessa la loro richiesta da tutto questo sottobosco che sta emergendo». La segnalazione giunta al sindaco di Val di Zoldo si trova ora negli uffici della Questura.
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