Dodici progetti già pronti per uscire dall’emergenza
BELLUNO. I campionati del mondo di sci, nel 2021, a Cortina con una statale di Alemagna che ad ogni temporale si fa interrompere dalle colate di sassi e fango?
«Il Governo ci dia 100 milioni e in 3 anni l’arteria sarà rifatta, più sicura» ribadisce Luca Zaia, presidente della Regione Veneto. Lo dirà, domani, anche a Fabrizio Curcio, capo della Protezione civile. «Con quella cifra», puntualizza il suo assessore all’ambiente, Gianpaolo Bottacin «metteremmo in sicurezza tutti i punti neri della Valle del Boite e di Cortina».
Anche Roger De Menech, parlamentare del Pd, segretario regionale, è d’accordo. Con una differenza: «I progetti ci sono già, non c’è nulla da inventare, da studiare. Vanno tirati fuori dal cassetto e finanziati: perché non lo si è fatto finora?».
Nel vertice di venerdì scorso a San Vito di Cadore, i sindaci e la presidente della Provincia Daniela Larese Filon hanno ricordato al sottosegretario Gianclaudio Bressa che esistono almeno una dozzina di studi progettuali per mettere in sicurezza i siti franosi da Cortina a Vodo. Domani, in occasione della ricognizione che il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio farà a San Vito, dopo essere stato a Venezia e nella Riviera del Brenta, si farà proprio il punto di questa situazione, immaginando da dove partire «non con la ridiscussione di questi progetti, ma col finanziamento ed i cantieri» precisa De Menech.
Lo dice di fronte a Debora Serracchiani, presidente del Friuli Venezia Giulia e vicesegretaria del Pd, arrivata in Nevegal alla Festa dell’Unità, che assicura il pieno sostegno ad un nuovo modello di sviluppo delle terre alte che passi per una priorità assoluta: la messa in sicurezza del territorio.
Lo stesso obiettivo che ripetutamente indica il suo collega governatore del Veneto, Luca Zaia. Ma dove trovare le risorse per i 12 progetti, considerando che soltanto la bonifica del Ru Secco (che ha scaricato su San Vito) comporta un esborso di 9 milioni e 800 mila euro? Saranno necessari almeno tra i 100 ed i 120 milioni.
«Assolutamente no» rileva De Menech, sulla base dei riscontri avuti dagli stessi sindaci. Prendiamo l’ultima emergenza, quella di Acquabona. «Ho parlato sabato col sindaco di Cortina, Andrea Franceschi, anche a seguito di una telefonata del ministro Gianluca Galletti che desiderava informazioni dirette su quanto accaduto di nuovo alla periferia di Cortina. Bene, Franceschi mi ha detto che la prima cosa da realizzare, in attesa dell’intervento sulla statale di Alemagna (ponte o galleria paramassi che sia), sono i tre invasi di contenimento dei detriti che scendono dalla montagna. Il costo sarebbe di 700 mila euro, per tutte e tre le vasche. Soltanto con questa prima iniziativa si risolverebbe il problema al 90%».
La frana di Cancia, a Borca, fa ancora più paura, perché insiste sul centro abitato. E in questo caso il progetto definitivo di messa in sicurezza del paese è atteso ormai da 6 anni. «In questo caso la somma necessaria sarebbe intorno ai 15 milioni e dalle assicurazioni che ho ricevuto, la Commissione Via della Regione si è resa disponibile convocarsi anche in agosto per dare il via libera, che avverrà tra settembre ed ottobre». De Menech, dunque, è convinto che i lavori possano partire a metà autunno. I progetti, a suo dire, ci sono anche per Ru Secco e Chiappuzza, a San Vito. Anzi, in questo caso i piani sono già operativi. «Certo, complessivamente bisogna mettersi intorno ad un tavolo e verificare, progetto per progetto, se le soluzioni sono ancora compatibili, altrimenti bisogna apportare le correzioni ed approvare tutto entro le prossime settimane, fin tanto che siamo in stato di emergenza». Per quanto riguarda appunto i finanziamenti Bressa e De Menech stesso ne hanno parlato sia col ministro Galletti che con Mauro Grassi, responsabile della Struttura di missione del Governo contro il dissesto idrogeologico. Grassi, fra l’altro, sarà presente con Curcio domani in Veneto.
«In quel contesto o in altri», rassicura De Menech «troveremo, progressivamente, le risorse necessarie. Intanto è urgente partire subito con le priorità, senza attardarsi in inutili discussioni».
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