Dolomiti Ambiente è in attivo ma solo dalla gestione 2013
SANTA GIUSTINA. Il Maserot è un impianto di trattamento dei rifiuti dove conferiscono tutti i comuni della provincia di Belluno. Forse poco conosciuto alla popolazione, in realtà il Maserot è uno stabilimento strategico e di eccellenza, certificato con l’autorizzazione integrata ambientale della linea bio nel 2014 e della linea secco (D8) ancora prima. Il funzionamento e la gestione sono a carico di una società partecipata della Provincia, La Dolomiti Ambiente
Cosa fa il Maserot. Nell’impianto, che si trova a due chilometri dall’abitato di Santa Giustina verso la foce del Cordevole, vengono conferiti due tipi di rifiuti: il secco (circa 15 mila tonnellate all’anno) e l’umido (circa 16 mila tonnellate). Non portano il secco al Maserot il Comune di Cortina e l’area del longaronese dove la raccolta è affidata ad Ecomont che ha da poco riattivato la discarica di Mura Pagani. Il secco viene trattato eliminando le frazioni ferrose e umide, dopodiché viene portato a smaltire negli inceneritori o nelle discariche fuori provincia che, di volta in volta, offrono il prezzo migliore. L’umido invece arriva da tutti i comuni bellunesi, ma non solo, e viene utilizzato per produrre energia attraverso un biodigestore, il macchinario sabotato l’altra notte.
Il biodigestore. Costato sei milioni di euro, costruito da una azienda austriaca e messo in funzione tra il 2011 e il 2012, il biodigestore funziona (semplificando moltissimo) come un organismo vivente. Quando il rifiuto umido arriva al Maserot viene prima vagliato per eliminare frazioni estranee (ferro e impurità varie) e poi entra in un grande tubo dove viene “digerito”, producendo compost di qualità (dopo un ulteriore vaglio delle eventuali plastiche) e gas metano che poi viene immesso in un motore per produrre energia, con un rendimento annuo netto per Dolomiti Ambiente di circa 400 mila euro, ma la stima è per difetto.
Cosa non fa il Maserot. A Santa Giustina non c’è un impianto di smaltimento dei rifiuti, nè tanto meno un inceneritore. Nell’impianto non arrivano altri rifiuti oltre al secco e all’umido e quindi la raccolta differenziata non passa per il Maserot.
Dolomiti Ambiente. A gestire il Maserot è la società partecipata della Provincia (84,79%). Ha 14 dipendenti e la figura del presidente coincide con quella del direttore. L’attuale consiglio di amministrazione, in attività dal 2013, è composto dal presidente Luciano Gesiot, vice Davide Lucicesare e consiglieri Alice De Bona, Franco Roccon e Paolo Dal Maso. Il collegio sindacale è composto da Marco Brida (presidente), Giovanni Zaccagna e Paola Munerol. Oggi Dolomiti Ambiente è un’azienda sana che prevede di chiudere l’anno in attivo, come nel 2014 (128 mila euro di utile) e nel 2013 (50 mila euro), ma la sua stabilità è recentissima, perché solo nel 2012 l’esercizio aveva chiuso con una perdita di quasi 620 mila euro. Nel 2011 ci fu un utile di 2 mila euro, nel 2010 perdite per 59 mila euro e nel 2009 un utile di 13 mila euro.
Basta osservare i numeri per capire che la gestione precedente ha registrato problemi notevoli, che vanno ricondotti principalmente a due blocchi del biodigestore che hanno causato una perdita di circa 360 mila euro. Il blocco ha innescato anche problematiche ambientali e la società ha avviato un’azione di responsabilità nei confronti dell’ex presidente e direttore Giuseppe De Biasi, perché ritiene che l’intervento di riparazione dell’impianto sia stato richiesto alla ditta produttrice con grave ritardo.
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