Dolomiti Ambiente si alza la tensione tra sindaci e Provincia
BELLUNO. Perché volete trasformare Dolomiti Ambiente in una srl? Perché volete liquidare i soci? Qual è l’obiettivo del futuro? Sono rimaste senza risposta le domande che i sindaci hanno posto alla Provincia sul destino della società che smaltisce i rifiuti e gestisce il Maserot, tanto che la richiesta di informazioni si sta trasformando in uno scontro. Ad essere sempre più innervositi dall’atteggiamento di Palazzo Piloni sono i sindaci e 12 di loro, nei giorni scorsi, hanno deciso di mettere nero su bianco le lacune ancora esistenti sull’operazione societaria. Ma invano. Dolomiti Ambiente, dunque, sta diventando l’elemento di frattura tra sindaci e Provincia, con un ventaglio di scenari possibili che mettono a rischio la società stessa.
Le premesse. Nel 2011 (amministrazione Bottacin) la Provincia ipotizzò la vendita di Dolomiti Ambiente, definendola non strategica e valutandola circa 2 milioni di euro. Il movimento c’era: pare che almeno due società abbiano manifestato il loro interesse e il socio Acegas si disse favorevole ad aumentare la partecipazione societaria. Con l’arrivo del commissario, i sindaci chiesero a Palazzo Piloni di fermare l’operazione e quindi Dolomiti Ambiente rimase nel suo assetto originario, cioè l’84,79% della Provincia e le restanti quote divise a metà tra Bim Gsp e Acegas. All’inizio del 2016 la Provincia ha dato mandato al cda di avviare la procedura di trasformazione di Dolomiti Ambiente da spa a srl, ridefinendola società strategica e ipotizzando l’acquisizione delle quote dei due soci.
Sono due le questioni emerse in questi mesi: la scarsa chiarezza dell’operazione e la valutazione della società.
La valutazione. Se per Bim Gsp uscire da Dolomiti Ambiente è da tempo una prospettiva auspicata e già approvata dai sindaci soci, per Acegas non sembrava una necessità imminente (anzi, come detto nel 2011 pensava di aumentare le sue quote). La trasformazione in srl non comporta necessariamente la liquidazione dei soci e sarebbe inevitabile solo nel caso di mancata condivisione del passaggio e su richiesta del socio minoritario. La Provincia ha chiesto ad Acegas di fare una valutazione di Dolomiti Ambiente, in modo da calcolare il valore delle quote da liquidare, valutazione lievitata a 3,3 milioni di euro. Questo significa che la Provincia dovrebbe sborsare mezzo milione di euro per diventare proprietaria al 100% di una società che è già ampiamente sua. Anche la procedura è parsa singolare ai sindaci, perché è chiaro (e giusto) che chi vende cerchi di massimizzare il proprio guadagno. A questo punto la Provincia ha chiesto al consiglio di amministrazione di Dolomiti Ambiente di fare una valutazione, ma nel cda più d’uno si è rifiutato, perché si tratta di un passaggio delicato e che richiede il coinvolgimento di un professionista.
Le risposte che non arrivano. Nel frattempo i sindaci, impegnati nella difficile costituzione del Consiglio di bacino dei rifiuti, che comporterà scelte su raccolta e smaltimento, hanno iniziato a chiedere informazioni sul futuro di Dolomiti Ambiente ma si sono trovati davanti a un muro di nebbia e sono diventati sempre più curiosi. Con il passare delle settimane la curiosità si è trasformata in fastidio, soprattutto da parte dei grandi conferitori di Dolomiti Ambiente. L’impianto del Maserot diventa ogni anno più interessante, ma la verità è che portare i rifiuti a Santa Giustina costa molto di più che smaltire direttamente in qualsiasi altro posto. Una parte dei comuni non passa per il Maserot che sta in piedi grazie allo sforzo di chi, consapevole del grosso investimento di soldi pubblici, accetta di pagare (e far pagare ai propri cittadini) di più.
Vigne nel cda? Nonostante la trasformazione in srl preveda un amministratore unico, il cda è stato convocato per il rinnovo e anche questo ha indispettito i sindaci. Pare che, per favorire la pace con il comune di Santa Giustina, si pensi di inserire il sindaco Ennio Vigne in cda. Vigne ha la stima di tutti, ma è mancata la condivisione.
Se scoppiasse la guerra. Finora nessuno è arrivato a dirlo, ma lo scenario in caso di frattura tra Palazzo Piloni e i sindaci trasformerebbe Dolomiti Ambiente da società strategica a società senza valore. Basterebbe, infatti, che il solo comune di Belluno decidesse di portare i rifiuti a smaltire altrove per far crollare il bilancio del Maserot. E le domande aumentano: perché la Provincia non chiarisce le sue intenzioni su Dolomiti Ambiente? Ci sono trattative con società terze? È fondata l’ipotesi di una partnership con Contarina? Palazzo Piloni è consapevole delle conseguenze devastanti di uno scontro politico?
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