Dolomiti e agricoltura bio accoppiata vincente

BELLUNO. Il biologico come opportunità per rilanciare la provincia. Mercoledì va in consiglio comunale l’ordine del giorno sul biodistretto. Si è dunque concluso il lavoro in commissione: «Siamo...

BELLUNO. Il biologico come opportunità per rilanciare la provincia. Mercoledì va in consiglio comunale l’ordine del giorno sul biodistretto. Si è dunque concluso il lavoro in commissione: «Siamo riusciti a convergere su un testo e su una scheda di progetto», ricorda il presidente, Emiliano Casagrande. «L’obiettivo è creare un biodistretto delle Dolomiti, con la Provincia a fare da ente coordinatore del progetto».

Al documento hanno lavorato tutte le forze politiche presenti a Palazzo Rosso, e in particolare il Movimento 5 stelle e il Pd, con Irma Visalli. Ed è proprio quest’ultima a mostrare la soddisfazione di aver raggiunto un obiettivo. Anche se nell’ultima seduta di consiglio (dal 27 aprile non sarà più possibile riunire l’assemblea comunale). «È vero, arriviamo tardi sul tema, ma considerando come eravamo partiti è comunque un successo».

La Visalli ricorda il protocollo del Parco Nazionale Dolomiti bellunesi, che risale al 2014 «e che era stato modificato malamente dall’Unione montana. Adesso è stato reimpostato il lavoro su binari che saranno utili per l’amministrazione che verrà». Non si tratta, dunque, di un “regalo” fatto all’amministrazione, puntualizza la Visalli, «ma di un progetto che avviamo per il bene della città».

Mercoledì in consiglio sarà votato un documento che contiene un impegno: quello ad attivare dei programmi per istituire un biodistretto provinciale. Nelle premesse vengono richiamati i principi del protocollo del Parco, poi si entra nel concreto spiegando cosa sia un biodistretto: «Un’area geograficamente votata al bioogico, nella quale sia ci sia una relazione fra agricoltori, pubbliche amministrazioni, consumatori, operatori del turismo, che stringono un patto per la filiera corta, la valorizzazione del territorio e delle produzioni locali. Vogliamo rimarcare il valore del suolo agricolo e dell’agricoltura».

Come? Creando un progetto dal basso, che veda la partecipazione di tutti gli attori coinvolti nell’iniziativa, che siederanno in un tavolo coordinato dalla Provincia. «Sarà un tavolo tecnico, sorretto da competenze specifiche», precisa ancora Irma Visalli. «Il biodistretto si configura come un’opportunità per il nostro territorio. Abbinato al marchio Dolomiti Patrimonio dell’Umanità potrebbe portare benefici anche al turismo», aggiunge.

«Il biodistretto è un’opportunità anche per andare alla ricerca di finanziamenti, per sviluppare le realtà esistenti e farne crescere di nuove», aggiunge Marchese. «Il turismo enogastronomico è quello con maggior fatturato. Cosa potrebbe diventare la nostra provincia se abbinassimo il marchio delle Dolomiti con quello del biodistretto?». Occasioni e opportunità che potranno diventare realtà avviando il progetto. (a.f.)

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