Dolomiti Superski, dati ok «Ma serve la neve fresca»
BELLUNO. Primo bilancio col segno positivo per il Dolomiti Superski che, con i suoi 1200 km di piste fra Veneto e Trentino Alto Adige, rappresenta il più grande comprensorio sciistico al mondo. «Dal 26 novembre, giorno d'inizio ufficiale della stagione invernale di Dolomiti Superski, al 6 gennaio», spiegano dal quartier generale del consorzio, «abbiamo registrato un +4% in termini di giornate skipass vendute (in totale 3.423.632) con un +5% di passaggi complessivi (saliti a 35.059.419), con riferimento allo stesso periodo dell'anno precedente, che si era concluso con risultati da record per le Dolomiti».
Grande soddisfazione dunque per i responsabili di Dolomiti Superski, che sottolineano i fattori che hanno contribuito in maniera decisiva a questo exploit, pur essendo stato un inizio di stagione difficile, senza neve naturale e con le date di Natale e Capodanno che cadevano nel fine settimana. «Anzitutto abbiamo avuto numerose giornate e nottate di freddo a inizio novembre e si è quindi potuto iniziare presto e bene con l'innevamento programmato delle piste; poi l'apertura del Sellaronda già nel primo weekend di dicembre 2016, fatto storico mai accaduto da quando esiste il Dolomiti Superski; tra il 26 novembre e l'11 dicembre si è registrato un +11,5% di passaggi complessivi e +7,4% di primi ingressi complessivi, a dimostrazione dell'ottima sciabilità fin dall'inizio di stagione. Inoltre, le piste innevate alla perfezione hanno invogliato all'acquisto di skipass stagionali, il che si traduce in un maggiore numero di passaggi ai tornelli realizzati dagli appassionati, ma anche un indotto spalmato nel corso della stagione. E non dimentichiamo l’importanza del lavoro svolto dagli oltre 3 mila collaboratori di Dolomiti Superski in tutti i settori dell'attività e dai 10 mila esercizi alberghieri e gastronomici».
«Adesso per dare una svolta alla stagione di cui siamo complessivamente soddisfatti», spiega Renzo Minella, presidente dell'Anef Veneto, «ci vorrebbe mezzo metro di neve fresca. Dai dati in nostro possesso, infatti, facciamo fatica con gli skipass giornalieri, perché l'assoluta mancanza di neve tiene lontano dalle piste la massa degli sciatori. L'appassionato c'è, scia e riconosce il grande lavoro che abbiamo fatto per garantire l'ottimale qualità delle piste. Il turista, che è poi quello che fa la differenza, si fa invogliare da un paesaggio imbiancato, che purtroppo ancora manca».
Quali sono le prospettive per le settimane bianche?
«A livello di intermediato, cioè di gruppi che si appoggiamo a tour operator per l'organizzazione, abbiamo buoni numeri e tantissime conferme delle prenotazioni; le piste sono perfette, la temperatura rigida le mantiene bene, il sole ci accompagna ormai da settimane. Quindi stanno arrivando polacchi, cechi, ungheresi, sloveni, in linea con lo scorso anno. Nei fine settimana ci sono le attività degli sci club, le gare, quindi non manca il movimento, però...».
Però?
«Chi deve ancora decidere, e può farlo senza problemi di costi, ad esempio va in Austria dove la neve naturale c'è».
I numeri delle festività?
«Direi un Natale scarso, buono il Capodanno, ma i giorni successivi sono stati condizionati dal grande vento, che ha anche bloccato alcuni impianti. Poi Natale e Capodanno che cadono di domenica non aiutano. Inoltre, senza neve fresca perdiamo le ciaspole, i free ride, gli snowboarder, gli scialpinisti e i numeri degli impianti ne soffrono. Comunque le piste sono ottime e stiamo facendo di tutto per comunicarlo; abbiamo investito oltre 5 milioni di euro per questo e i cannoni non sono ancora spenti».
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