Dolomiti, weekend più costosi negli hotel
BELLUNO
La stagione invernale si apre sotto segnali contradditori per ciò che riguarda il turismo. Da una parte è previsto un leggero miglioramento con incrementi di oltre sei punti percentuali, in taluni ambiti territoriali. Ma questa interpretazione si scontra con una situazione di generalizzata indecisione nell’acquisto del “prodotto montagna”. Lo rileva l’osservatorio di Skipass Panorama Turismo, il centro ricerca specializzato sul mercato del turismo e degli sport invernali di Jfc Tourism & Management, coordinato da Massimo Feruzzi.
«L’elemento che più preoccupa si riferisce al mercato interno, ed è legato a un cambiamento sociale che l’Italia sta vivendo, che consiste nella dissolvenza della classe media borghese, la quale rappresenta il target primario della vacanza invernale in montagna. Pertanto», sottolinea Feruzzi, «si viene a ridurre la percentuale di clientela nazionale con media capacità di spesa e aumenta, di pari passo, da un lato la quota di clientela nazionale low budget (attenta al rapporto prezzo/qualità) e, dall’altro, quella dei nostri connazionali big spender (che hanno ka possibilità di ampliare il palmares di opzioni)».
Il rischio che corrono molte località montane italiane è quello di doversi perder “nel mezzo” e di non riuscire ad adeguarsi, offrendo una proposta più economica e con meno servizi.
Proviamo ad esemplificare. Nel prossimo inverno chi prediligerà il breve week end – al massimo due notti, venerdì e sabato – dovrà essere disposto a spendere molto: l’incremento medio del prezzo per notte in camera matrimoniale, con servizio di colazione per il fine settimana, rispetto al prezzo della medesima camera acquistata per la settimana bianca, è pari al +62%. Si torna, dunque, alla settimana bianca? Pare proprio di si, a interpretare le conclusioni dello studio.
Gli operatori della filiera turistica della montagna italiana affermano, infatti, l’incremento delle richieste di soggiorni settimanali. Sono soprattutto le famiglie che, volendo trascorrere una vacanza in montagna con l’intenzione di far praticare uno sport sulla neve ai propri figli, prediligono la settimana, nella consapevolezza che il prezzo è in qualche maniera “all inclusive”.
Ma, attenzione, c’è un fenomeno nuovo che sta crescendo. I moderni sciatori, indifferentemente dalla loro età, sono sempre più infedeli e nomadi: dalla rilevazione di Skipass Panorama Turismo emerge infatti come il 71,8% degli italiani che hanno fatto una vacanza principale in montagna lo scorso anno è disposto a cambiare destinazione. Di questi, poi, una quota del 33,4% intende andare in una località non ancora frequentata, ma promossa on line con offerte interessanti. I turisti nomadi, infatti, controllano quotidianamente on line eventuali offerte e si contraddistinguono per una serie di condizioni: sono disponibili a prenotare all’ultimo minuto, si muovono in auto e sono propensi a viaggiare di più rispetto all’anno scorso, cercano località full service, decidono il periodo di vacanza sulla base dell’opportunità del momento e, soprattutto, non si lasciano condizionare dalle località “trendy”.
Concludendo? «Complessivamente, se il meteo risultasse favorevole», prevede Feruzzi, «segnerà dati di poco superiori alla passata stagione, con un leggero incremento di presenze (+1,8%) e una sostanziale stabilità per quanto riguarda i fatturati (+0,6%)». —
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