Dolomitibus non rinnova i primi contratti. I sindacati chiedono il riavvio dei servizi
BELLUNO
Dolomitibus non riconferma i primi tre contratti annuali a termine. Ne restano circa dieci che rischiano di non essere rinnovati. Una scelta che evidenzia le criticità all’interno della società, causate dallo stop imposto dal coronavirus e dalle misure stringenti che implicano una riduzione del servizio. E tutto questo preoccupa non poco le rappresentanze sindacali che promettono di non rimanere a guardare.
Ad oggi ci sono 200 tra autisti, meccanici e impiegati che sono in cassa integrazione.
«Quello che temevamo si è avverato», spiega Fabio Scopel, della rsu della Faisa Cisal, «perché tre colleghi non hanno visto rinnovato il loro contratto che scadeva a maggio. Si tratta di un autista di fuori provincia, intenzionato a trasferirsi qui, e di due bellunesi. E anche se l’azienda ha detto che appena le cose andranno meglio saranno chiamati per un eventuale rapporto di lavoro, noi siamo preoccupati per l’altra decina di autisti i cui contratti scadranno ad agosto. Vogliamo ricordare che dietro un contratto c’è una persona, una famiglia e che ognuno di questi lavoratori ha contribuito, per la sua parte, all’ottenimento dei risultati positivi di Dolomitibus, e vederli accantonati non lo riteniamo giusto soprattutto avendo la possibilità, grazie al Decreto Rilancio, di posporre la scadenza al 31 agosto».
Per le rsu la situazione rischia di complicarsi, se l’azienda non inizierà ad intensificare il servizio in tutta la provincia.
«Ci sono zone in cui non si vede un autobus dal 18 marzo. E così non va bene», precisa Scopel. «Se noi non incentiviamo il trasporto pubblico, la gente si disabituerà a prendere i mezzi. Da 15 giorni sono ripartite tutte le attività produttive, soltanto la nostra non è ancora decollata. C’è troppa incertezza su quello che sarà il futuro. Ci saranno o no i servizi estivi di collegamento delle Tre Cime, o il servizio per il mare o con il bikebus? Se fosse ripartito tutto il servizio, forse i contratti potevano essere rinnovati e la gente poteva tornare sui nostri mezzi».
Le rsu pronte ad agire
Le rsu si dicono pronte a mettere in campo delle azioni per evitare altre situazioni simili. Quello che i sindacati non capiscono è «perché le altre aziende del Veneto di trasporto pubblico locale hanno potenziato i loro servizi, in certi casi riportandoli al servizio pre-Covid mentre Dolomitibus è ferma».
E intanto sono diverse le segnalazioni di utenti che richiedono il servizio. Criticità si segnalano anche nei collegamenti extraurbani: una signora doveva andare a Ponte nelle Alpi da Belluno ma dopo mezzogiorno il primo autobus disponibile era attorno alle 16. «Chiediamo a Dolomitibus e alla Provincia di implementare le corse, anche perché è inutile lamentarsi del fatto che non vengono fatti gli abbonamenti: chi prende l’autobus se non ha le corse che gli servono? Basta visioni catastrofiste, l’azienda investa».
il presidente Biasiotto
«Purtroppo la situazione attuale non ci ha permesso di rinnovare i tre contratti. Ne restano ancora 11 in atto, e speriamo che per agosto, quando scadranno, la situazione sia cambiata», spiega il presidente di Dolomitibus, Andrea Biasiotto, dispiaciuto per quanto avvenuto nei giorni scorsi.
La situazione dell’azienda descritta dal presidente non è certo migliorata in queste settimane. «Abbiamo riattivato oltre il 30% del servizio, mentre stiamo lavorando per avviare le corse a chiamata e quelle a prenotazione. Ma serve del tempo per presentare i progetti ai comuni e avere l’approvazione», anticipa Biasiotto che precisa ancora: «Ad oggi anche le linee più forti stanno risentendo di una bassa utenza. E quindi non possiamo permetterci di avviare più corse, se anche quelle che andavano per la maggiore sono in crisi».
Per il presidente la questione è che la gente ha paura di prendere i mezzi pubblici «ma non sa che noi sanifichiamo tutti i giorni i nostri autobus», sottolinea Biasiotto che annuncia l’avvio di una campagna di informazione con tanto di spot «in cui mostreremo a tutti che i nostri mezzi sono sicuri e si può viaggiare tranquilli».
Per ripartire come dicono i sindacati, poi, per il capo di Dolomitibus, «servirebbero delle risorse che al momento non ci sono. Come non ci sono le certezze: non sappiamo infatti se partiranno i servizi estivi di bike bus, del mare».
E poi c’è tutta la partita del rimborso degli abbonamenti ancora aperta, il cui valore per Dolomitibus è di 1,2 milioni di euro. «Il governo dice che o si prolunga la durata di scadenza o si danno dei voucher. Se dessimo il voucher significherebbe non incassare risorse fresche per parecchi mesi», spiega Biasiotto. E poi c’è da capire cosa fare degli abbonamenti degli studenti che faranno gli esami di maturità e che non usufruiranno più del Tpl. Biasiotto tranquillizza però che la società non intende aumentare il prezzo dei biglietti. «Dobbiamo lavorare con le scuole per far ripartire il servizio». —
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