Dolomitibus, sabotaggio di più persone

Lo annuncia la procura dopo l’esame di un primo report della Digos. Rodighiero: se sono dipendenti ci sarà il licenziamento

BELLUNO. È di più persone la responsabilità del sabotaggio a Dolomitibus di venerdì scorso.

La relazione della Digos con le risultanze delle prime indagini è stata consegnata nelle mani del procuratore Francesco Saverio Pavone, che non si sbilancia sui dettagli ma annuncia: «Il cerchio si stringe intorno ai responsabili. Si tratta di più persone, che sono state identificate dall’egregio lavoro della Digos. In ogni caso le indagini proseguono».

Il procuratore non precisa se i soggetti identificati siano o meno dipendenti di Dolomitibus, nè come si sia arrivati alla loro identificazione, ma è chiaro che persone interne all’azienda avevano il movente e soprattutto i mezzi per mettere in atto il sabotaggio.

Nei prossimi giorni, quindi, il fascicolo verrà arricchito con il nome degli indagati, mentre continuerà la ricerca di prove e testimonianze di quanto è successo all’alba di venerdì.

Le persone coinvolte rischiano di essere accusate di tre reati: danneggiamento dell’autobus usato per bloccare l’uscita degli altri mezzi dal piazzale, interruzione di pubblico servizio a danno dell’utenza, studenti e lavoratori in particolare, e infine violenza privata nei confronti dei colleghi che avrebbero voluto iniziare il lavoro ma sono dovuti restare fermi a lungo prima che la situazione si sbloccasse.

Su quanto accaduto lo scorso venerdì è tornato ieri l’amministratore delegato di Dolomitibus, Paolo Rodighiero, rivelando come il danno (manomesse le valvole degli pneumatici) riportato dal pullman utilizzato per bloccare l’uscita delle altre corriere sia «quantificabile in circa 2 mila 500 euro. Per quanto riguarda il disservizio, invece, quantificare il danno è più complesso».

Ben poca cosa, in realtà, «rispetto al danno più rilevante, ovvero quello che hanno subito gli utenti. Sono rimasti a piedi lavoratori, studenti e, pensando alle scuole elementari, bambini piccoli. Un episodio grave, inaccettabile».

L’azienda, intanto, mercoledì ha steso con la Digos il verbale, formalizzando così l’atto di denuncia per quanto accaduto venerdì scorso. «Stamattina (ieri, ndr) abbiamo fornito alle forze dell’ordine anche l’elenco completo delle corse “saltate” in Valbelluna e nel Feltrino, oltre alle immagini delle telecamere del deposito di via Col da Ren».

Sulle sanzioni eventualmente comminabili ai responsabili, nel caso questi fossero dipendenti Dolomitibus, Rodighiero è infine categorico: «C’è una precisa disciplina normativa che regolamenta il nostro comparto, quello degli autoferrotranvieri. Più precisamente c’è il Decreto Regio 148 del 1931, che stabilisce le procedure disciplinari e in casi analoghi la sanzione è chiara: destituzione, esonero». Licenziamento, insomma.

Irene Aliprandi

Marco Ceci

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