Dolomitibus, una raccolta firme contro la vendita delle quote
BELLUNO. Prima una raccolta firme, poi, se non sortirà alcun effetto, una manifestazione di protesta sotto Palazzo rosso. La Filt Cgil annuncia battaglia al sindaco Jacopo Massaro sulla cessione delle quote di Dolomiti bus. Ieri i sindacati hanno incontrato l’azienda, e la richiesta è stata quella di fare «fronte comune contro la vendita delle quote», spiega Renato Bressan. «Richiamiamo il sindaco alle promesse che aveva fatto in campagna elettorale, quando aveva dichiarato che non avrebbe ceduto le quote». Nell’incontro con le rsu di martedì, invece, il sindaco ha comunicato che la delibera della giunta Prade è vincolante, e che non ci sono margini per ritirarla.
I sindacati non ci stanno: «Tanto abbiamo fatto contro Prade e Bottacin, per tutelare il trasporto pubblico locale, tanto faremo anche adesso, con questa nuova amministrazione», continua Bressan. Così è partita una raccolta firme tra tutti i lavoratori (circa 300) di Dolomiti bus, che, una volta completa, verrà consegnata al sindaco. Se non sarà sufficiente «non escludiamo azioni di protesta e mobilitazione sotto Palazzo rosso», annuncia Alessandra Fontana (Filt Cgil). «Secondo noi la manifestazione di interesse non è vincolante, Massaro può tornare indietro».
Ieri si è discusso anche del riparto delle risorse regionali destinate al trasporto pubblico locale: «Con gli scioperi dello scorso anno siamo riusciti a far passare la ripartizione in base ai criteri standard, ma quest’anno valgono solo per i primi 5 mesi dell’anno. E poi?», si chiede la Fontana. Il rischio è che si tornino ad utilizzare i criteri storici, con Venezia ad assorbire quasi il 50% delle risorse. Anche in questo caso i lavoratori sono pronti alla mobilitazione.
Anche il Pd e il gruppo “Tutti per Belluno” chiedono al sindaco Massaro di ritirare la delibera sulla vendita delle quote di Dolomitibus. «In campagna elettorale tutti abbiamo detto che la vendita andava fermata, perché in gioco ci sono le corse degli autobus, il controllo pubblico del trasporto locale e molti posti di lavoro da salvaguardare», scrivono Claudia Bettiol, Roberto De Moliner, Mirco Costa, Irma Visalli (Pd) e Patrizia Burigo (civica Tutti per Belluno). «Abbiamo dato battaglia e chiesto che la delibera fatta dalla giunta Prade fosse ritirata. È inaccettabile che il sindaco si rimangi oggi, a pochi giorni dal voto, un preciso impegno elettorale», continuano. «A maggior ragione è inaccettabile considerato che da consigliere di opposizione, appena l'11 marzo scorso, firmò un ordine del giorno per fermare la vendita».
Alessia Forzin
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi