Domani il summit per Praloran
LIMANA. L'appuntamento è per le 9 di domani, di fronte al municipio di Limana. Mezz'ora più tardi inizierà il sopralluogo alla centralina in progetto a Praloran, e il comitato bellunese Acqua Bene Comune dimostrerà la sua contrarietà a questo, e a tutti gli altri impianti previsti sui corsi d'acqua di tutta la provincia, con un presidio che si annuncia caldo. Non importa se pioverà, «ci saremo con qualunque condizione meteorologica», annuncia Lorenzo Bogo.
«Abbiamo scelto di esserci a questi sopralluoghi, anche se il loro meccanismo è ridicolo e contraddittorio. Andiamo a verificare un progetto che non ha neanche passato la Via (commissione tecnica di Valutazione di impatto ambientale, ndr), e a dare consigli utili per migliorare la progettazione delle centraline? Non ha senso. Il problema vero è che si continua a spostare l'asse del discorso su un piano tecnico, quando è tutto il sistema che non funziona».
Quando una società presenta un progetto, ci sono pochissime chance per opporsi. «Da anni questo territorio esprime contrarietà dal punto di vista tecnico, economico, sostanziale, di legge e etica territoriale ai progetti di centraline, e nonostante questo continuiamo a vedere progetti che stuprano i nostri corsi d'acqua. Gli ultimi, poi, presentati in faccia al Comune di Belluno e a pochi metri dalle sorgenti del Piave. Domani noi esprimeremo l'opposizione del territorio a questo sistema», continua Bogo. «Non c'è più nulla da discutere. Stavolta si deve fermare tutto, e Zaia e Bottacin devono svegliarsi: le centraline continuano ad essere fatte perché non sono ancora state fermate». La misura è colma, il numero di progetti che potrebbero essere costruiti sui fiumi, i torrenti e i rii bellunesi è talmente elevato che richiede una mobilitazione permanente. Si chiama “Adesso basta centrali” e ha vissuto venerdì scorso il suo primo momento, con la serata informativa sull'iper sfruttamento idroelettrico a Santo Stefano di Cadore. «Bisogna bloccare tutte le concessioni, anche i progetti in itinere, prima di distruggere il territorio», chiude Bogo. (a.f.)
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