Domegge, l’organo non suona più bene

Le anomalie riscontrate dopo un restauro. La parrocchia ha chiesto un risarcimento ma finora senza risultati
Di Gianluca de Rosa

DOMEGGE. «L'organo a canne della chiesa di San Giorgio è stato alterato nella sua fisionomia originale»: l'annuncio arriva da Serena Da Vià, organista della parrocchia cadorina, e confermato dalla Soprintendenza di Venezia. Protagonista della vicenda è lo storico organo a canne Tessicini, strumento di scuola romana di metà ottocento, unico esempio al mondo rimasto dell'organaro che lo ha costruito, "unicum" quindi dal valore inestimabile (attualmente gli organi storico-artistici sono tutelati dalle stesse leggi che proteggono altri beni culturali).

Attraverso il progetto "adotta una canna" nel 2013 i parrocchiani di Domegge decisero, con donazione spontanea, di finanziare una manutenzione straordinaria dello strumento, incentrata sulla pulizia delle canne ed il trattamento antitarlo delle parti lignee. Interventi che non venivano effettuati da trent'anni. Costo dell'operazione circa seimila euro, 5.450 dei quali raccolti dalla popolazione e consegnati proprio a Serena Da Vià che racconta quanto accaduto in seguito: «La parrocchia incaricò un organaro per svolgere gli interventi che sarebbero stati vigilati da un ispettore nominato dalla Soprintendenza».

I lavori, dai due mesi preventivati, ne durarono nove, al termine dei quali lo strumento, a detta della stessa organista e di altri organisti che lo suonarono, presentava alcuni evidenti malfunzionamenti. La segnalazione fu riportata dalla parrocchia all'organaro, il quale insistette nell'affermare di aver fatto un lavoro eccellente e di aver seguito le indicazioni dell’ispettore, anch'esso contento del lavoro fatto.

La parrocchia a questo punto decise di uscire dai confini regionali incaricando la bottega organaria Formentelli di Camerino di effettuare un'accurata perizia dello strumento. Perizia che confermò che la pulizia era stata fatta egregiamente, ma che sullo strumento «si riscontra un intervento di alterazione della fisionomia originale», come si legge nella nota. Danni quindi di ardua correzione ed in parte irreversibili.

Alla stessa ditta fu richiesto anche un preventivo per tentare di rimediare all’alterazione dello strumento, ripristinando quelle delicate parti eliminate durante l'intervento, con preventivo che ammonta a 16.470 euro. Il tutto fu consegnato, a gennaio del 2016, al responsabile dell'ufficio per i beni culturali della Diocesi di Belluno-Feltre e da lì alla Soprintendenza di Venezia che confermò ufficialmente, con documento firmato dall'architetto Andrea Alberti, che il danno esiste ed è necessario un intervento di recupero.

Bene, ma a questo punto la cifra per il ripristino dello strumento a chi sarebbe da addebitare? All'organaro che ha commesso l’errore, stando almeno alle mosse successive della parrocchia che, scegliendo inizialmente la via bonaria per la risoluzione del caso, si sentì presto rigettare qualsiasi intenzione di risarcimento.

Ed è qui che la vicenda si ingarbuglia ulteriormente: perché nel frattempo l'associazione Organi Storici del Cadore, organizzatrice dei concerti estivi e promotrice della conservazione, il recupero ed il restauro degli organi storici, seppur al corrente di quanto avvenuto a Domegge, ha deciso ugualmente di affidare la manutenzione pre-concerto di tutti gli organi storici presenti in zona, udite udite, allo stesso organaro.

La beffa oltre il danno insomma, che ha portato all'apertura di un’indagine affidata alla Procura di Belluno e contestualmente al Ministero dei beni e delle attività culturali di Roma, nonché segnalata direttamente al Vescovo di Belluno-Feltre don Renato Marangoni. «Il legame della comunità di Domegge con l'organo Tessicini è fortissimo» aggiunge Serena Da Vià, «la funzione religiosa accompagnata dalla musica è sempre stata elemento particolarmente apprezzato dai fedeli. L'organo è stato comprato a Roma nel 1900 dai parrocchiani di Domegge, gli stessi che a cavallo tra gli anni settanta ed ottanta ne avevano finanziato un primo restauro. Passaggi che testimoniano come lo stesso organo sia un bene della comunità che per questo motivo merita rispetto e, soprattutto, giustizia». Intanto, mentre l'organo oggi viene utilizzato a scarto ridottissimo, si attendono le prossime mosse da parte degli organi competenti per la risoluzione del caso.

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