“Domenica dei poveri”: il sole bacia l’avvio del Carnevale

SAPPADA. È stata una domenica di sole e festa a incorniciare la “Domenica dei poveri” (Pèttlar Sunntach in dialetto sappadino), l'inizio ufficiale del Plodar Vosenòcht, il Carnevale di Sappada. Centinaia di partecipanti, moltissimi bambini: a dominare sono state le tradizionali maschere intagliate nel legno (lòrvn), portate in abbinata ad abiti che rievocano la povertà in cui versava la gran parte della popolazione nei secoli passati. Ora seguiranno la “Domenica dei contadini” e infine la “Domenica dei signori”: una successione che riflette la composizione delle classi nella società tradizionale. Nella “Domenica dei poveri” si vestono abiti dimessi per i lavori più umili: dalla donna mendicante all'anziano con le gote rosse per l'alcol e la bottiglia in mano, dall'anziana che fa il bucato all'uomo con la bilancia per la misura del latte.
Protagonista è il Rollate, una figura maschile che indossa una maschera di legno con i baffi e un'espressione dura, una pelliccia di caprone che ricorda il manto dell'orso, sfere di bronzo (rolln) legate in vita, pantaloni a righe bianche e marroni della stoffa un tempo usata per coprire gli animali d'inverno. I Rollate brandiscono una scopa con cui inseguono i bambini, e sibilano frasi sarcastiche in falsetto – per non svelare la propria dentità – ai compaesani, mettendo in scena quel capovolgimento delle gerarchie tipico del carnevale.
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