Don Ciotti riaprirà la Certosa di Vedana
SOSPIROLO. Una Casa comune per la sostenibilità ambientale, dove saranno sperimentati quei nuovi stili di vita che la diocesi di Belluno Feltre ha ereditato dal sinodo. Un'iniziativa d'avanguardia in ambito nazionale, che coinvolgerà la Chiesa italiana, perché sarà quassù che l'enciclica “Laudato Si” troverà applicazione formativa.
Così diventerà nel prossimo futuro la storica Certosa di Vedana, secondo quanto ha annunciato il vescovo monsignor Renato Marangoni, al termine di un convegno a Belluno su don Milani. Marangoni porterà don Luigi Ciotti, il sacerdote fondatore del Gruppo Abele e di Libera, che in questo modo ritornerà a casa. Il vescovo, com'è nel suo stile, ha coinvolto tutti: dal sindaco di Sospirolo al Parco delle Dolomiti, fino al Centro di spiritualità di Col Cumano, con il direttore don Davide Fiocco, responsabile diocesano della cultura, a cui è stato affidato il compito del coordinamento.
«È un'iniziativa straordinaria», ha commentato don Albino Bizzotto, fondatore dei Beati i costruttori di pace, dopo aver ascoltato l'annuncio del vescovo, peraltro molto sobrio e privo di particolari.
Al centro c'è l'enciclica di Papa Francesco sulla custodia del Creato. Belluno non può sentirsi fuori gioco. Anzi. Ha le montagne più belle del mondo, con tante vette conosciute anche da Marangoni. Tra le prime chiese diocesane ha teorizzato i nuovi stili di vita, con Cesare Lasen a fare da anima di questa ricerca. Gigi Guglielmi è riuscito a far ereditare dal sinodo anche il Sentiero delle Dolomiti. C'è l'Unesco che protegge le montagne più blasonate. Ci sono i parchi. C'è una politica che tenta nuove strade per la sostenibilità, cercando di limitare l'implementazione delle derivazioni idroelettriche. Con queste premesse, il cadorino don Ciotti ha accettato di mettersi di nuovo in sfida. Ha incontrato mons. Marangoni e altri rappresentanti della diocesi e delle istituzioni. Ed ecco che il prete antimafia, che da del tu al Papa, porterà a Sospirolo, in abbazia, una delle sue comunità, che si prenderà cura del complesso e si manterrà coltivando gli ampi terreni esistenti. Con produzioni tipicamente bellunesi.
Ovviamente c'era da fare i conti con la proprietà del complesso, l'Ordine dei Certosini. Il quale Ordine ha fatto un ultimo tentativo di rianimazione, anni fa, con monache di clausura. Ma gli ordini religiosi, si sa, sono in crisi. Altri, dopo la partenza delle suore, hanno cercato di subentrare, perfino da Oltre Oceano. Ma i Certosini sono gelosi, legittimamente, del loro patrimonio, pretendono che resti la dimensione contemplativa, quindi spirituale dell'antico luogo di preghiera. Ne conserveranno, dunque, la proprietà, ma cederanno la Certosa in convenzione alla diocesi di Feltre e di Belluno. Una parte, dunque, sarà gestita da don Ciotti, per la comunità. Un'altra parte resterà a servizio di chi vorrà sperimentare giorni o mesi lontano dal mondo. Un terzo settore dell'ampia struttura sarà dedicato alla “coltivazione” di tutte quelle teorie che papa Francesco ha suggerito nella sua enciclica. Un testo, la “Lautato si”, troppo in fretta consegnato al silenziatore, come ha ammesso ieri don Bizzotto. E come ha di fatto confermato il vescovo Marangoni, proponendo appunto una casa comune di riflessione. Una casa comune perché deve essere aperta a tutti, si è raccomandato don Ciotti e ha convenuto “don Renato”, dove qualsiasi orientamento può portare il suo contributo di idee. Anche se l'ispirazione è precisa.
Il sindaco di Sospirolo ha tirato un profondo sospiro di sollievo alla notizia che l'abbazia verrà presto riaperta e ha assicurato ogni possibile appoggio. Piena disponibilità anche da parte del Parco delle Dolomiti, che ha in Vedana una delle sue porte d'ingresso, e che farà di questa sede un preciso punto di riferimento. Vivo interesse anche da parte della Fondazione Dolomiti Unesco, con la presidente Santoro e la segretaria generale Morandini che trovano in "Laudato sì" l'ispirazione di tanta parte delle loro azioni.
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