Don Giulio diventa un caso
Il parroco prolunga il suo viaggio. La diocesi: sta bene

Don Giulio Antoniol
FELTRE
. Non è un desaparecido, don Giulio Antoniol arciprete della concattedrale di Feltre. Forse sta ancora camminando sulla strada dei pellegrini di Santiago di Compostela, forse non è solo, e magari ha già preso delle decisioni se cambiare il suo destino e la sua missione. Il giovane parroco, partito alla volta dei Pirenei il 24 agosto, non è ancora rientrato in sede, nonostante domenica scorsa ci fosse la celebrazione delle cresime in Duomo in cui è stato impartito il sacramento ai ragazzi delle parrocchie urbane di Feltre. Un appuntamento cruciale in cui l’assenza di don Giulio si è fatta sentire.
La comunità feltrina dei fedeli è preoccupata che il parroco stia soffrendo una crisi di vocazione, magari determinata da un sovraccarico di incombenze o da altri motivi, legati alla natura umana, rispetto ai quali la Curia mantiene il più stretto riserbo. «Prima di comunicare altri elementi, non strettamente connessi al viaggio che don Giulio ha voluto percorrere», si dice in una nota stampa della Curia, «è necessario un confronto diretto con lo stesso quando farà ritorno, e questo succederà molto presto, alla diocesi di Belluno-Feltre e nella sua comunità». I fatti certi, elencati dal portavoce della Curia, sono tre: don Giulio non era presente alla celebrazione delle cresime. Il parroco ha lasciato scritto sul foglio settimanale delle notizie parrocchiali che si sarebbe assentato per un mese a partire dal 24 agosto per percorrere interamente il cammino di Santiago.
E così effettivamente è stato, conferma il portavoce. E’ comprensibile, si dice nella nota, che la comunità feltrina sia preoccupata del prolungarsi, sia pure di pochi giorni rispetto al previsto, dell’assenza di don Giulio, «una preoccupazione che testimonia, se mai ce ne fosse stato bisogno, l’attaccamento e l’affetto che la città prova per lui. C’è un altro fatto certo, ossia i contatti telefonici di don Giulio con la diocesi. «Le sue condizioni di salute sono buone e non destano preoccupazioni», rassicura il portavoce della diocesi.
Ma senza il confronto diretto con l’interessato, che dovrebbe rientrare quanto prima, non è dato sapere cosa stia provando il parroco, se stia attraversando un momento di crisi o se stia prospettando altre scelte nella sua vita. Ciò che inquieta i parrocchiani che gli sono più vicini è anche il fatto che don Giulio abbia in capo troppe incombenze, fra il duomo, il chiesa dei frati e la chiesa di Santa Maria degli Angeli, oltre alla pastorale e alla lunga fila di persone che ogni giorno si rivolgono a lui in cerca di aiuto.
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi
Leggi anche
Video