Don Luca, il sacerdote-influencer: «Messe su youtube anche in futuro»

Elogi al parroco di Lentiai, che offre anche visite virtuali nella chiesa di Santa Maria Assunta

Borgo Valbelluna

In questo periodo di grandi restrizioni, anche i sacerdoti hanno dovuto celebrare le messe a porte chiuse. Tra queste anche don Luca Martorel, il sacerdote-influencer.

Il parroco di Lentiai ha deciso di dare un grande segnale ai propri fedeli, sfruttando al meglio i canali social e YouTube. Messe, messaggi per i giovani e addirittura visite guidate al campanile della chiesa di Santa Maria Assunta, simbolo di Lentiai. Un’ iniziativa accolta con grande entusiasmo e ammirazione da tutta la comunità, che vede nel giovane sacerdote un assoluto motivatore e un punto di riferimento. Plausi sono arrivati anche da coloro che non frequentano la chiesa, che sottolineano l’intuzione di don Luca per tenere unita la comunità.

«I social permettono di portare la parola del Signore non solo ai miei fedeli, ma a tante persone che magari non hanno mai messo piede in chiesa», afferma il giovane parroco.

Non sarà una Pasqua come le altre. «La Pasqua è come la primavera, quando arriva, nessuno la ferma. I fedeli non possono partecipare alle liturgie della settimana santa, ma le potranno seguire in diretta. Il periodo è duro, ci mancano i contatti, i saluti, il condividere assieme alcuni aspetti della quotidianità, ci manca vedere il sorriso delle persone celati dalle mascherine, ma sono convinto che ne usciremo migliori in assoluto».

Come cambierà la nostra comunità secondo lei?

«Questa situazione ci segnerà per sempre, in meglio. Diventeremo più pazienti e indulgenti verso il prossimo. Impareremo ad apprezzare i gesti quotidiani che spesso diamo per scontati: la mamma che mette su una pasta, il papà che spacca la legna, il vicino che ci pulisce il viale di casa. Daremo tutto un altro valore ai sacrifici e alla fatica che gli altri fanno per noi, magari solo per strapparci un sorriso. Sono convinto che tutto questo ci porterà a interrogarci e a riprendere una certa forma di spiritualità, consapevoli che la vita va apprezzata».

Che effetto fa essere definiti un influencer?

«Mi fa tanta simpatia», sorride don Luca, «devo ammettere che ci ho preso gusto. Il mio intento è far sentire la chiesa vicina ai propri fedeli in questo periodo. Vicina anche se materialmente lontana, purtroppo. Mi diverte utilizzare così la tecnologia, anche in relazione ai tanti messaggi di apprezzamento ricevuti».

Qualcosa mi dice che lei continuerà a utilizzarla anche in futuro.

«Così mi piacerebbe. Vorrei registrare le celebrazioni e inviare messaggi anche dopo la conclusione dell’emergenza. Mi piacerebbe sfruttare tutto ciò per arrivare nelle case dei malati, in casa di riposo, insomma a tutti coloro che non possono o magari non vogliono venire a messa. Sono sorprendentemente attuali le parole di Giovanni Paolo II: “non abbiate paura; aprite, anzi spalancate le porte a Cristo”. E poi, conclude in dialetto: “Sté casa e voeve bén… che con il Signore: paura mai, fiducia sempre! ». —


 

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