Donati tessuti e organi l’ultimo regalo di Paolo

FELTRE. L’ultimo dono di Paolo. Ieri pomeriggio l’équipe medica dell’ospedale Santa Maria del Prato ha eseguito l’espianto dei tessuti dando seguito alla volontà dei familiari di Paolo Gatto, il pilota di parapendio, deceduto martedì pomeriggio nello schianto contro le rocce in una zona montuosa a cavallo tra San Gregorio nelle Alpi e Sospirolo. Un gesto di generosità che rispecchia in pieno quella che era l’indole del tecnico informatico con la passione del volo libero. «Il personale ha proceduto non appena avuto il via libera dalla magistratura», commenta il direttore medico dell’Usl Dolomiti, Lorenzo Tognon, «e posso dire che grazie a questo gesto di altruismo qualche paziente avrà salva la vita e qualche altro avrà una qualità di vita decisamente migliore».
Per il resto, l’incidente che non ha avuto testimoni diretti, resta un mistero quanto a modalità. Gatto era un pilota sufficientemente esperto da gestire anche eventuali imprevisti. Tutti pi piloti decollati con lui martedì pomeriggio dal Monte Avena hanno confermato che le condizioni meteo erano ottimali. Al Para & Delta Club Feltre, dove il 54 enne di Montebelluna era socio, non c’è voglia di parlare. A dominare è la costernazione per un incidente di cui si fatica a trovare le motivazioni. I telefono restano muti o suonano a vuoto.
A dare una chiave di lettura ci prova l’ex presidente Matteo Di Brina: «Una tragica fatalità», afferma. «Paolo si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Era vicino al costone di roccia, forse lo ha sorpreso una raffica di vento. Difficile credere a un cedimento strutturale del parapendio che era in ottime condizioni».
I carabinieri di Feltre hanno sequestrato tutto il materiale utilizzato da Gatto durante il volo. Toccherà al magistrato decidere se chiedere una perizia tecnica. Ieri mattina è stata eseguita l’ispezione cadaverica che non ha evidenziato niente di particolare. L’unico elemento è la portata delle lesioni, certamente importanti, ma che sembrerebbero escludere che il parapendio sia precipitato da grandi altezze. Questa circostanza potrebbe aggiungere tra le possibili cause anche quella di un leggero malore che potrebbe avere impedito al pilota di tenere il controllo della vela, pur senza provocarne una chiusura improvvisa.
Resta il dramma per un incidente che segna fortemente l’ambiente del volo libero feltrino, di cui Paolo Gatto era parte integrante. Oggi probabilmente si conoscerà la data dei funerali, che saranno celebrati a Montebelluna.
Roberto Curto
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