Dopo i roghi deve restare in carcere
Per il gip la donna potrebbe reiterare il reato, la difesa prepara il ricorso
FELTRE. La piromane di Feltre rimane in carcere. Il giudice delle indagini preliminari, Federico Montalto, ha sciolto ogni riserva e non ha concesso l’attenuazione della misura cautelare per I.G., 43 anni (difesa dall’avvocato Roberta Resenterra), la donna accusata di 15 incendi (13 dei quali è rea confessa) nelle ultime settimane a Feltre.
La decisione è stata motivata dal gip con il pericolo della reiterazione del reato ossia che una volta scarcerata la donna possa tornare a colpire, tra l’altro nella zona dove lei stessa abita. Non solo. Il giudice Montalto ha anche sostenuto nelle motivazioni che la donna era perfettamente capace d’intendere e volere all’epoca dei fatti ossia quando accendeva gli inneschi per dare fuoco. Il difensore, l’avvocato Resenterra, alla luce delle motivazioni del gip, sarà costretto a ricorrere al tribunale del riesame di Venezia per ottenere almeno gli arresti domiciliari.
La donna, tra l’altro, ha fornito al gip nel corso dell’interrogatorio di una settimana fa, il motivo del suo gesto. Un motivo che ha segnato indelebilmente la vita sua e del figlio minorenne. Poco meno di un anno fa, nell’estate del 2008, il figlio fu sfregiato al volto da un getto d’acido che un anziano di casa gli gettò contro per motivi scaturiti da cattivi rapporti di vicinato. I.G. ha praticamente spiegato di aver agito per una sorta di ribellione ad un senso d’ingiustizia dopo aver saputo che l’anziano era stato scarcerato dopo alcuni giorni di galera. Non solo: l’anziano ora usufruisce di un alloggio popolare dove gli viene portata giornalmente la spesa. «Mio figlio invece - avrebbe detto più o meno queste parole al gip Montalto - è rimasto sfregiato per sempre e si vergogna di uscire».
Tra l’altro, proprio qualche giorno fa era in programma l’udienza preliminare a carico di Luciano P., l’anziano che sfregiò con l’acido il figlio della piromane feltrina.
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